È arrivato ieri il via libera dalla Commissione Giustizia della Camera alla proposta di legge sull'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento penale italiano.
Lasciando pressoché inalterato, nella sostanza, il testo votato al Senato, la Commissione ha deciso - come spiegato dalla stessa presidente Donatella Ferranti e dal relatore Franco Fazio, di seguire alla lettera, puntualizzandole, "le indicazioni della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura", affinché si possa calendarizzare celermente colmando "un pesantissimo ritardo adempiendo agli obblighi internazionali".
L'impianto della fattispecie di reato prevede l'incriminazione per chiunque con violenza o minaccia, o in violazione dei propri obblighi di protezione, assistenza o cura, cagioni intenzionalmente, ad un individuo a lui affidato o sottoposto alla sua autorità, sofferenze fisiche o psichiche acute con lo scopo di ottenere informazioni (o dichiarazioni), infliggere punizioni, vincere una resistenza o in ragione dell'orientamento sessuale, dell'appartenenza ad una determinata etnia o delle opinioni politiche o religiose.
La fattispecie incriminatrice resterà in sostanza un reato comune, punito con la reclusione da 4 a 10 anni, ma sarà aggravato quando il soggetto agente è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, abusando dei propri poteri o in violazione degli stessi. In tal caso, infatti, scatterà la pena aggravata da 5 a 12 anni.
Ora, il testo dovrà ricevere i pareri delle altre commissioni prima di essere formalmente licenziato per l'aula.
Qui sotto in allegato il testo del disegno di legge.
Testo del disegno di legge sul reato di tortura