Acqua sempre più cara come dimostrano gli aumenti delle bollette. +6,6% rispetto al 2013 e +52,3% rispetto al 2007
Acqua bene primario, ma sempre più costoso, come dimostrano gli aumenti delle bollette che registrano a carico dei cittadini un +6,6% rispetto al 2013 e +52,3% rispetto al 2007.
Questo è quanto emerge da un dossier pubblicato da Cittadinanzattiva in occasione della "Giornata mondiale dell'acqua" fissata per il 22 marzo. Dai dati raccolti dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe dell'organizzazione risulta che nell'ultimo anno il costo medio sopportato da una famiglia italiana per usufruire del servizio idrico integrato è pari a circa 355 euro, cifra maggiore rispetto a quanto invece si spende per l'energia elettrica in molte zone del paese (circa 513 all'anno).
La Toscana guadagna il podio di questo triste primato con le città di Firenze, Pistoia e Prato, le cui bollette sopportano costi pari a circa 563 euro, a seguire si ritrovano Grosseto e Siena con 562 euro; la città di Isernia, invece, spicca per la migliore tariffa, rimasta invariata rispetto all'anno precedente e pari a 120 euro, seguita da Milano con 136 euro ed un aumento complessivo dell'8,7%. Le località con l'incremento maggiore dei costi sostenuti sono Latina e Cuneo (+17%).
Il quadro regionale che emerge dall'indagine, realizzata per il decimo anno consecutivo, vede dunque primeggiare la Toscana ed i suoi capoluoghi di regione con una spesa media annua di EUR 526 in aumento del 5,6% rispetto al 2013; anche le regioni centrali come Marche (EUR451) ed Umbria (EUR 439), vedono aumentare la spesa con una variazione, rispettivamente, del 5,1% e del 4,3%; in controtendenza le regioni del Nord Italia, poiché delle 10 città più economiche la metà sono capoluoghi settentrionali.
Balza all'occhio un altro dato preoccupante riguardante la dispersione idrica: in Italia si spreca in media il 37% dell'acqua immessa nelle tubature, percentuale maggiorata di tre punti rispetto al 2013. Le regioni più "sprecone" sono Calabria (60%) e Basilicata (58%) con perdite superiori alla media nazionale, ma anche al centro Lazio e Abruzzo registrano una dispersione idrica rispettivamente del 60% e del 53%. Più virtuose Valle d'Aosta con il 20% di dispersione, Marche e Trentino Alto Adige con il 26%.
L'indagine di Cittadinanzaattiva, tuttavia, precisa come il dato negativo riguardante i costi idrici venga stemperato dalla presenza di agevolazioni tariffarie che operano nel 56% dei casi, la cui attuazione, però, avviene in modo disomogeneo nelle diverse aree del paese rendendo le misure poco incisive: nel 79% dei casi gli aventi diritto vengono selezionati in base ad una soglia Isee e l'entità dell'agevolazione è uguale per tutti nel 31% dei casi, mentre un ulteriore 31% viene strabilio in base alle dimensioni del nucleo familiare. La tipologia di agevolazione, nel 39% dei casi si configura come contributo forfettario.
Questo è quanto emerge da un dossier pubblicato da Cittadinanzattiva in occasione della "Giornata mondiale dell'acqua" fissata per il 22 marzo. Dai dati raccolti dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe dell'organizzazione risulta che nell'ultimo anno il costo medio sopportato da una famiglia italiana per usufruire del servizio idrico integrato è pari a circa 355 euro, cifra maggiore rispetto a quanto invece si spende per l'energia elettrica in molte zone del paese (circa 513 all'anno).
La Toscana guadagna il podio di questo triste primato con le città di Firenze, Pistoia e Prato, le cui bollette sopportano costi pari a circa 563 euro, a seguire si ritrovano Grosseto e Siena con 562 euro; la città di Isernia, invece, spicca per la migliore tariffa, rimasta invariata rispetto all'anno precedente e pari a 120 euro, seguita da Milano con 136 euro ed un aumento complessivo dell'8,7%. Le località con l'incremento maggiore dei costi sostenuti sono Latina e Cuneo (+17%).
Il quadro regionale che emerge dall'indagine, realizzata per il decimo anno consecutivo, vede dunque primeggiare la Toscana ed i suoi capoluoghi di regione con una spesa media annua di EUR 526 in aumento del 5,6% rispetto al 2013; anche le regioni centrali come Marche (EUR451) ed Umbria (EUR 439), vedono aumentare la spesa con una variazione, rispettivamente, del 5,1% e del 4,3%; in controtendenza le regioni del Nord Italia, poiché delle 10 città più economiche la metà sono capoluoghi settentrionali.
Balza all'occhio un altro dato preoccupante riguardante la dispersione idrica: in Italia si spreca in media il 37% dell'acqua immessa nelle tubature, percentuale maggiorata di tre punti rispetto al 2013. Le regioni più "sprecone" sono Calabria (60%) e Basilicata (58%) con perdite superiori alla media nazionale, ma anche al centro Lazio e Abruzzo registrano una dispersione idrica rispettivamente del 60% e del 53%. Più virtuose Valle d'Aosta con il 20% di dispersione, Marche e Trentino Alto Adige con il 26%.
L'indagine di Cittadinanzaattiva, tuttavia, precisa come il dato negativo riguardante i costi idrici venga stemperato dalla presenza di agevolazioni tariffarie che operano nel 56% dei casi, la cui attuazione, però, avviene in modo disomogeneo nelle diverse aree del paese rendendo le misure poco incisive: nel 79% dei casi gli aventi diritto vengono selezionati in base ad una soglia Isee e l'entità dell'agevolazione è uguale per tutti nel 31% dei casi, mentre un ulteriore 31% viene strabilio in base alle dimensioni del nucleo familiare. La tipologia di agevolazione, nel 39% dei casi si configura come contributo forfettario.
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