di Marina Crisafi - La Camera ha detto sì in tarda serata al c.d. decreto anti-terrorismo, dopo un'empasse creato dall'ostruzionismo dell'opposizione, successivamente rientrato, grazie alla decisione sul rinvio della riforma del Terzo Settore che sarà conclusa la prossima settimana.
253 i voti a favore (50 quelli contrari e due gli astenuti) che hanno fatto passare il provvedimento che traghetta ora a Palazzo Madama, per l'esame e il via libera definitivo al disegno di legge di conversione del d.l. n. 7/2015.
Ritirata la "discussa" norma che prevedeva che la polizia potesse accedere ai dati dei pc privati, acquisendoli "da remoto", il provvedimento rimane quasi inalterato nel suo impianto originario.
Tra le maggiori novità, rilevano la stretta sui "foreign fighters", ossia coloro che partono per arruolarsi nelle file del terrorismo internazionale, e per chi organizza, finanzi o propagandi i viaggi del terrore, per i quali la pena prevista va dai 5 agli 8 anni di reclusione.
Puniti anche i fabbricanti delle armi fai-da-te e introdotte nel codice penale sia la detenzione abusiva di precursori di esplosivi che la mancata segnalazione all'autorità con riferimento a furti o sparizioni degli stessi.
Giro di vite anche sugli "addestratori" dei potenziali terroristi con pene aggravate se si utilizzano strumenti telematici o informatici.
Chi impiega la tecnologia per inneggiare al terrorismo, inoltre, finirà nella "black-list" aggiornata costantemente dalla polizia postale, anche al fine di favorire lo svolgimento delle indagini della polizia giudiziaria.
Ad essere potenziate saranno, infine, le immunità per gli 007 che potranno agire sotto copertura anche in caso di deposizione in un processo penale sulle attività svolte in incognito e saranno "autorizzati" persino a commettere reati, nonché i "poteri" dell'istituenda "superprocura" nazionale antimafia ed antiterrorismo.
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