di Marina Crisafi - È arrivato ieri sera il sì unanime della Camera sulla legge che riforma la class action con 388 voti a favore, nessun contrario né astenuti. Un vero e proprio plebiscito ha accompagnato dunque quella che è stata definita dagli addetti ai lavori come una "rivoluzione" nel Paese che riscrive lo strumento dell'azione di classe, introdotto nel 2010 ma mai decollato sul serio, al fine di potenziarlo e ampliarne il raggio di applicazione.
Modifica della struttura del giudizio, delle modalità di adesione e diversi incentivi all'azione che potrà essere costituita non solo dai consumatori ma anche da imprese, associazioni e P.A.. Queste le novità principali destinate a ridelineare in profondità l'istituto oggi disciplinato dal Codice del Consumo con l'inserimento nel codice di procedura civile.
Ecco i punti chiave del testo che ora passa al Senato per la discussione e l'approvazione definitiva:
- Estensione soggetti tutelati
Uno dei punti chiave del disegno di legge è l'estensione della platea dei soggetti tutelati. Potranno costituire la class action non soltanto i consumatori, ma anche le imprese, la P.A. e le associazioni.
- Ampliamento della responsabilità
Ampliate anche le ipotesi degli illeciti extracontrattuali, sino a comprendervi in toto le responsabilità per fatto illecito. In sostanza, potrebbero trovare tutela (e conseguente risarcimento) attraverso l'azione di classe tutti i diritti individuali, ivi compresi quelli alla salute e alla privacy
- Modalità di adesione
Conferma della disciplina attuale che contempla l'adesione dei portatori di diritti omogenei nella fase iniziale della procedura (c.d. "opt-in") ma viene aggiunta la possibilità (c.d. "opt-out") di aderire all'azione anche dopo la sentenza che accoglie la class action.
- Compensi e incentivi
La riforma innova la disciplina dei compensi per i rappresentanti della classe ed i difensori, in caso di accoglimento della domanda, riconoscendo loro la c.d. quota lite. Previsto inoltre quale incentivo per la raccolta dei mandati per la proposizione della class action, l'obbligo a carico dell'impresa di pagare un compenso al rappresentante comune della classe e agli avvocati dei soggetti vittoriosi (aderenti) e degli attori delle cause riunite. Il compenso sarà calcolato in base all'importo complessivo dovuto ai danneggiati (tenendo conto della complessità e della qualità dell'opera prestata, ma anche del numero degli aderenti).
Scarica il testo del ddl sulla class action