di Marina Crisafi - Accantonando per il momento la sperimentazione con i droni, Amazon ci riprova e stavolta lancia un'idea che somiglia molto a quella, già notoria in Italia per le vicende che l'hanno accompagnata, di Uber Pop (leggi "UberPop: fine del viaggio. Vincono i tassisti ma è solo il primo round"), declinata però su misura delle consegne.
Come Uber aveva trasformato i cittadini in improvvisati "tassisti" in grado di trasferire da una parte all'altra della città chi ne aveva bisogno dietro il pagamento di un piccolo "rimborso spese", così Amazon vuole trasformare i cittadini in fattorini assegnandogli direttamente le proprie consegne.
La nuova app, che secondo le indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal, si chiamerà "On my way", ma che in America è stata già ribattezzata appunto "Uber delle consegne", mira a reclutare infatti persone comuni per fare le consegne (nelle destinazioni che sono di strada ai loro personali percorsi) in luogo delle società specializzate, prevedendo anche l'affitto di aree ad hoc in cui far stazionare le merci in consegna.
I vantaggi per il colosso mondiale dell'e-commerce sono facilmente intuibili: controlli più diretti delle spedizioni e taglio dei costi dell'affido del servizio alle società specializzate del settore che soltanto lo scorso anno sono cresciuti del 31%.
Quanto agli utenti, in cambio, ci sarebbe il solito "rimborso spese" per l'aiuto prestato.
Anche la nuova app, com'è evidente, si basa sui principi della "sharing economy", che per il business ha possibilità di declinazione praticamente illimitate.
Resta da vedere, però, cosa ne pensa la categoria che ne subirà gli effetti "negativi". E non ci vuole un indovino per immaginare che nel prossimo futuro si solleverà un nuovo polverone, dove al posto dei tassisti, stavolta, ci saranno i corrieri.