di Marina Crisafi - Niente più avvisi di vendita sparsi e battute d'asta col tradizionale martelletto, d'ora in poi i beni (immobili e mobili registrati) frutto dell'espropriazione forzata si venderanno solo online, nel nuovo portale unificato delle vendite pubbliche.
È una delle diverse novità (unitamente alle misure sull'accesso al credito e a quelle sulle procedure concorsuali e esecutive), previste dal c.d. decreto "giustizia per la crescita" approvato il 23 giugno scorso dal Consiglio dei ministri e in via di pubblicazione in gazzetta ufficiale (leggi "Governo: ok al "pacchetto banche". Ecco le novità sulle procedure concorsuali").
Il nuovo portale unificato consentirà a tutti gli interessati di acquisire le informazioni necessarie per le vendite giudiziarie tramite un unico spazio web gestito direttamente dal Ministero della Giustizia, superando così la frammentazione esistente (con avvisi pubblicati da ogni singolo tribunale e dai siti privati), con l'obiettivo di velocizzare la procedura e aumentare la trasparenza delle aste.
A tal fine, la pubblicità sul portale è prevista come obbligatoria, tanto che, laddove non venga effettuata nei termini stabiliti dal giudice, sarà dichiarata l'estinzione della procedura.
Ad ottemperare a tale incombenza dovrà essere il professionista delegato per le operazioni di vendita, il commissionario o lo stesso creditore procedente, secondo le modalità tecniche che saranno rese disponibili sul portale dal responsabile per i sistemi informativi automatizzati del ministero e previo pagamento di un contributo (anche a carico del creditore procedente) di 100 euro per ogni atto esecutivo (importo soggetto alla rivalutazione triennale in base agli indici Istat).
La pubblicazione sarà effettuata soltanto dietro presentazione della prova dell'avvenuto pagamento e, su richiesta, il portale invierà all'interessato, tramite pec o mail ordinaria, un avviso contenente tutte le informazioni sulle vendite per le quali è stata effettuata la pubblicità.