di Marina Crisafi - Alla fine dopo mesi di polemiche, le due norme della "discordia" del ddl concorrenza che hanno fatto protestare l'intera categoria forense, per l'ingresso dei soci di capitale, e notarile, per la perdita della "fetta" di atti da trasferire agli avvocati, sono state stralciate dal testo.
La commissione giustizia della Camera, infatti, ha votato nei giorni scorsi il parere sul disegno di legge sulla concorrenza prevedendo, tra le diverse condizioni, lo stralcio delle due norme.
Per quanto riguarda gli avvocati, sarà possibile costituire società con soci di capitale (ma anche società di persone o cooperative) soltanto a patto che i due terzi siano iscritti all'albo (degli avvocati o siano avvocati e altri professionisti) e che l'organo di gestione sia formato da componenti interni alla compagine sociale. Il fine, secondo la commissione, è quello di evitare che le società tra legali si trasformino in "mere imprese con fini di lucro" incompatibili con il principio ispiratore dell'attività forense: la tutela del diritto di difesa dell'assistito.
Per quanto riguarda i notai, resta fuori dal ddl concorrenza il passaggio delle "autentiche" agli avvocati per la stipula degli atti relativi al trasferimento degli immobili sotto i 100mila euro. Si evita così, per la commissione, l'introduzione di un regime semplificato legato al minore valore del bene, che porterebbe a gravi rischi di incertezza giuridica.
Le diverse condizioni fissate sono confluite negli oltre 1.300 emendamenti al testo, dando un bel da fare alle commissioni (finanze e attività produttive) cui è affidato ora l'esame del testo che dovranno setacciare e accorpare i vari correttivi in modo da rispettare la tabella di marcia.
Il ddl infatti dovrebbe essere licenziato dalle commissioni prima della pausa estiva per poter approdare in aula a settembre.