di Marina Crisafi - È entrata in vigore solo da qualche giorno la legge n. 107/2015 che dà il via alla pluricontestata riforma del sistema scolastico e già è arrivato il referendum per la sua totale abrogazione.
La "buona scuola" ha scatenato sin da subito polemiche e scioperi da parte dell'intera categoria. Delle tante novità introdotte dalla novella legislativa, dal piano straordinario di nuove assunzioni all'autonomia degli istituti, dai piani formativi triennali ai bonus per gli insegnanti, quelle su cui si scagliano la maggior parte delle polemiche, che andranno a regime dal prossimo anno scolastico (2016/2017) sono i poteri ai "super-presidi" di decidere sull'organico, sulle chiamate e sulle premialità (o meno) dei docenti. Norme che non convincono tuttora tanto da portare al deposito nei giorni scorsi della richiesta del referendum popolare per l'abrogazione totale della legge, il cui annuncio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (qui sotto allegato).
I cittadini che vorranno sottoscrivere la proposta referendaria avranno la possibilità di firmare entro il 25 settembre prossimo sia negli uffici di tutti i comuni italiani sia presso gli appositi banchetti che saranno allestiti dagli organizzatori (il comitato nazionale "Leadership alla scuola") nelle diverse città italiane.
Non si tratta, peraltro, del primo referendum sulla legge, visto che il movimento anti-riforma ha già depositato un altro quesito relativamente alle norme sul "preside-manager" e a settembre si annunciano altri incontri che potrebbero far nascere ulteriori proposte referendarie abrogative.
Qui il quesito referendario