di Marina Crisafi - Giustizia lenta e arretrata. Disoccupazione a livelli impressionanti e troppe barriere a concorrenza e investimenti. Non è certo un bel quadro quello descritto dal Fondo Monetario Internazionale nel rapporto sull'Eurozona con riferimento all'Italia. E anche se il Mef sminuisce, affermando che si tratta di stime che non tengono conto delle riforme introdotte, sul Belpaese cade una vera e propria spada di Damocle. Intervenire e in tempi brevi altrimenti la situazione è allarmante.
A preoccupare non è solo il fronte disoccupazione che, secondo il Fondo, senza "una significativa ripresa della crescita" potrà tornare ai livelli pre-crisi soltanto tra 20 anni (in compagnia del Portogallo e a distanza di un decennio rispetto alla Spagna), ma anche la giustizia italiana ancora troppo poco efficiente.
In cima alla lista delle raccomandazioni dell'FMI c'è la richiesta di ulteriori misure per ridurre l'arretrato dei tribunali, magari con una "ulteriore specializzazione", oltre agli uffici per le imprese e con interventi ad hoc per ridurre i carichi pendenti.
Ma il pensiero va anche alla Cassazione, per la quale il Fondo auspica interventi legislativi volti a "razionalizzare" le tipologie di ricorsi che approdano alla Suprema Corte, al fine di liberarla dalle controversie di scarsa importanza, cosa che del resto corrisponde al recente allarme lanciato dal primo presidente Santacroce (leggi "Cassazione a rischio paralisi. Si cercano soluzioni per ridurre il numero dei ricorsi").
E non solo. La ricetta dell'FMI passa anche per la riforma della Pubblica Amministrazione, per una maggiore flessibilità dei contratti collettivi e un rafforzamento delle politiche inaugurate col Jobs Act, nonché per il varo del ddl sulla concorrenza. In definitiva, un'accelerazione significativa verso la crescita e l'efficienza, del settore pubblico e privato.