di Marina Crisafi - A settembre, non appena finita la pausa estiva, il ministero della giustizia presenterà un emendamento al ddl sulla concorrenza che darà più spazio agli avvocati nell'ambito dei trasferimenti immobiliari. La novità, annunciata dal presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, è una delle tante emerse durante l'incontro di giovedì tra il ministro Andrea Orlando e le rappresentanze dell'avvocatura.
Così, dopo le infinite polemiche e il conseguente stralcio della previsione originaria contenuta nel ddl concorrenza che contemplava la possibilità per gli avvocati di redigere e sottoscrivere atti prima di competenza esclusiva dei notai, relativamente agli immobili non abitativi di valore non superiore ai 100mila euro, con il futuro emendamento verrà dato modo ai professionisti forensi di regolare comunque disposizioni patrimoniali.
Come? Utilizzando la leva della negoziazione assistita in materia di separazioni e divorzi, nel cui ambito gli avvocati sono già chiamati ad intervenire nelle disposizioni immobiliari tra coniugi, come ricorda Mirella Casiello, presidente Oua.
Si tratterebbe semplicemente di dare crismi di ufficialità all'operato dei legali.
La cosa del resto era già stata messa sul piatto della bilancia dall'Agenzia delle Entrate che, con la risoluzione n. 65/E del 16 luglio scorso, oltre a confermare che le convenzioni di negoziazione assistita
concluse in materia di separazione e divorzio sono "esentasse" (Leggi: "Separazioni e divorzi davanti all'avvocato: niente tasse e possibilità di stipulare atti di trasferimento immobiliare"), ha affermato la possibilità, per gli avvocati, di stipulare veri e propri atti di trasferimento immobiliare, per di più riguardanti immobili ad uso abitativo, all'unica condizione che le disposizioni patrimoniali contenute nell'accordo "siano funzionali e indispensabili ai fini della risoluzione della crisi coniugale".