di Marina Crisafi - Troppi avvocati in Parlamento, "una lobby per un certo tipo di avvocati", mentre quelli "con meno di 45 anni sono il 60% degli iscritti ma non hanno voce".
A scagliarsi contro le posizioni di potere che non danno spazio ai giovani avvocati, dalle colonne de Linkiesta, è la presidente dell'Aiga Nicoletta Giorgi. L'ultima battaglia dell'associazione è contro il Ddl concorrenza che anziché aprire al mercato finisce per paralizzare la situazione. Il riferimento è alle società di capitali per avvocati, che, oltre al resto, non prevedono la "multiprofessionalità", ossia l'ingresso degli altri professionisti, come ingegneri, commercialisti o architetti. Solo così, per la Giorgi, si creerebbero nuovi mercati e sarebbe un modo "per i giovani legali per distinguersi dagli altri 230mila avvocati che ci sono in Italia". E dalle parole ai fatti, per sottolineare questa mancanza, l'Aiga ha firmato un appello, insieme agli altri membri della Federazione giovani professionisti (Fgp), per non affossare il nuovo modello della società di capitale e promuoverlo attraverso l'inserimento della multidisciplinarietà dei soci.
Ma la lista delle materie che contrappongono i giovani avvocati alle rappresentanze ufficiali (Cnf e Oua su tutti), è lunga e spazia dalla questione del lavoro parasubordinato negli studi al divieto di pubblicità degli studi legali, soprattutto sui social network, come Facebook, Twitter e Linkedin, che limita la concorrenza, e sulla quale si è dovuta esprimere l'Antitrust, aprendo un procedimento contro il Cnf (il riferimento è al caso Amica Card).
Tutte cose che, a detta della Giorgi, sottolineano la distanza che c'è, non solo rispetto agli organismi istituzionali dell'avvocatura, "che difendono lo stato dell'arte che dà sicurezza a chi ce l'ha già", ma anche verso gli avvocati che siedono in Parlamento, nelle commissioni, che sono tanti ma che "hanno sempre fatto qualcosa per un certo tipo di avvocatura".
È necessario quindi "creare una lobby per l'avvocatura per come è costituita oggi". Una lobby che rappresenti i giovani avvocati, colpiti dalla crisi che non hanno posizioni da difendere. Intanto, una "spinta al ricambio generazionale", arriva in questi giorni dall'apertura della Cassa Forense alle nuove leve, visto che nel nuovo Statuto dell'ente previdenziale, approvato il 4 agosto scorso, è stato dimezzato (da 10 a cinque anni) il requisito minimo di anzianità necessario per candidarsi ed essere eletti nel comitato dei delegati.