di Marina Crisafi - Via libera alle associazioni multidisciplinari a 360° per gli avvocati. A prevederlo è lo schema di decreto ministeriale predisposto dal ministero della Giustizia, in attuazione dell'art. 4 della riforma forense (l. n. 247/2012), che ha ricevuto nei giorni scorsi il parere positivo del Consiglio Nazionale Forense (entrambi qui sotto allegati).
Nessun ostacolo, dunque, si frappone più alla nascita delle associazioni multidisciplinari (resta solo da attendere la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale), che aprono a tutte le professioni (ben 17) organizzate in collegi e ordini, con lo scopo di favorire la massima sinergia nell'ambito del più ampio numero di categorie professionali in modo da offrire opportunità concrete negli attuali scenari di mercato e in quelli futuri che potrebbero delinearsi.
Così a stringere patti con gli avvocati (oltre ad altri avvocati) secondo lo schema di decreto approvato dal Consiglio Nazionale Forense, potranno essere: ingegneri, medici, commercialisti, consulenti del lavoro, architetti, biologi e altri professionisti iscritti a un albo e un ordine, fatta eccezione soltanto per i notai.
Ad oggi, la legge professionale forense (art. 4, comma 4 l. n. 247/2012), prevede che l'avvocato possa essere associato ad una sola associazione: ma il divieto presto potrebbe cadere, se accolta la norma del ddl concorrenza all'esame del Parlamento, che permette ai legali di associarsi liberamente, con l'unico limite del conferimento dell'incarico professionale a titolo personale e che la partecipazione al sodalizio non possa pregiudicare la libertà, l'autonomia e l'indipendenza del professionista.
Schema di regolamento del ministero della Giustizia sulle associazioni multidisciplinari
Il parere del CNF