di Marina Crisafi - Le etichette dei prodotti alimentari made in Italy dovranno nuovamente indicare la sede dello stabilimento di produzione o confezionamento, al fine di fornire informazioni chiare, trasparenti e complete ai consumatori.
Il via libera alle nuove regole è stato dato ieri dal Consiglio dei Ministri, che ha approvato io schema di disegno di legge di delegazione europea, contenente la delega per la reintroduzione, di fatto, dell'obbligo dell'indicazione (abolito dal regolamento europeo n. 1169/2011) per gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato nazionale.
Al contempo, sarà richiesta la necessaria preventiva autorizzazione alle autorità europee sulla legittimità dell'intervento, in applicazione, ha spiegato il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, "di quanto previsto dall'articolo 38 del regolamento n. 1169/2011, motivandola in particolare con ragioni di più efficace tutela della salute dei consumatori".
Giro di vite dal Cdm anche sull'olio d'oliva, con l'approvazione in esame preliminare di un decreto legislativo recante disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento UE n. 29/2012 sulle caratteristiche degli oli e degli oli di sansa.
Nello specifico, l'intervento (che si affianca a quello già realizzato con la legge n. 9/2013), attuativo della normativa sulla tracciabilità dell'olio d'oliva indispensabile per il contrasto alle frodi nel settore oleario, prevede sanzioni per chi non ottempera all'obbligo dell'indicazione d'origine e della leggibilità, visibilità e comprensibilità delle informazioni sulle etichette e sugli imballaggi. Contemplate, inoltre, sanzioni specifiche, irrogate dall'apposito dipartimento del ministero delle politiche agricole, per la mancata istituzione ed irregolare tenuta del registro di carico e scarico, obbligatorio per tutti coloro che detengono o commercializzano oli ai fini commerciali.