di Marina Crisafi - In questi giorni, mentre il Governo tratta con l'Europa sul taglio delle tasse, il cui funerale, per lo meno di quelle sulla casa, è stato annunciato per il prossimo 16 dicembre, dalla Cgia di Mestre arrivano dati inquietanti. Solo per le imposte patrimoniali gli italiani hanno pagato nel 2014 qualcosa come 48,6 miliardi di euro: una cifra, in termini di incidenza sul Pil, pressochè raddoppiata in un quarto di secolo e quintuplicata sotto il profilo del gettito.
Ma quali (e quante) sono le famose "patrimoniali" che gravano sulle tasche degli italiani?
Esattamente una quindicina, secondo i dati dell'ufficio studi dell'associazione degli artigiani, a partire dall'imposta di registro sino a quella di bollo, passando per diritti catastali e canone Rai, senza dimenticare le tasse su successioni e donazioni.
Su tutte però a pesare particolarmente, come affermato da Paolo Zabeo della Cgia ad Adnkronos, sono quelle sulle abitazioni e gli immobili strumentali, "ovvero Tasi e Imu che garantiscono oltre la metà del gettito complessivo" e che solo l'anno scorso sono costati a famiglie, professionisti e imprese 24,7 miliardi di euro.
Ecco perché evidenzia Zabeo, se il Governo confermerà dal prossimo anno "l'abolizione delle tasse che gravano sulla prima casa, dell'Imu agricola e quella sugli imbullonati", nel 2016 si dovrebbe registrare una netta inversione di tendenza, portando ad un risparmio di "4,6 miliardi di euro: vale a dire uno sconto che sfiora il 10 per cento".