di Marina Crisafi - Se la cosa era passata un po' in sordina ci hanno pensato le associazioni dei consumatori ad alzare l'allerta sul pericolo (imminente) del ritorno delle penali per l'estinzione anticipata dei mutui.
Si tratta di quelle penali, oscillanti tra l'1,5% e il 2% che venivano applicate sull'importo residuo del mutuo nel momento in cui il contraente decideva di chiuderlo anticipatamente ovvero di ridurlo con un rimborso parziale, e che la nota "lenzuolata" di liberalizzazioni del 2007 operata da Pier Luigi Bersani (allora ministro per le attività produttive) aveva cancellato.
Ora, il recepimento da parte dell'Italia della direttiva UE c.d. MCD (Mortgage Credit Directive) nell'ambito della legge delega approvata nel luglio scorso, che ha condotto anche all'approvazione del famigerato bail-in (leggi: "Approvato il prelievo forzoso: dal 2016 le banche si risaneranno con i soldi degli italiani") porta con sé il rischio concreto che la penale venga reintrodotta a partire dal 21 marzo 2016, data in cui la direttiva dovrà essere introdotta ufficialmente nell'ordinamento con gli appositi decreti delegati.
Il ritorno della penale però sarà responsabilità del legislatore italiano perché se nella direttiva è previsto un "indennizzo" (e non una penale) per i costi e i rischi sostenuti dagli istituti di credito, è anche contemplata la possibilità di scelta per gli Stati membri, che possono optare per il mantenimento o l'introduzione di disposizioni a tutela dei consumatori.
Una reintroduzione della penale andrebbe, ovviamente, a discapito dei mutuatari e anche del mercato, considerato che la sua abrogazione aveva non solo fatto tirare un sospiro di sollievo agli acquirenti ma aveva rilanciato lo stesso mercato dei mutui, trainato proprio dal ricorso alle surroghe (che, secondo i dati riportati dal Sole 24Ore, costituiscono il 30-40% del totale dei mutui, aumentato dell'82,5% nel 2015).
La cosa non va giù, ovviamente, alle associazioni dei consumatori, Federconsumatori e Adusbef in primis, che sulle colonne di Adnkronos, lanciano l'allarme e parlano di "doppia beffa". Addolcire la pillola non chiamandole più penali, è una formula che per i presidenti delle sue associazioni
, Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, "non cambia la sostanza", anche perché già sulle famiglie italiane grava "una pesantissima penale sui mutui", visto che i tassi pagati oscillano dallo 0,9% all',13% in più rispetto alla media europea. E soprattutto lamentano "secondo quale improbabile logica la banca dovrebbe ottenere un indennizzo perché riceve indietro dei soldi che ha anticipato? Un'assurdità, che rivela una chiara, costante e malcelata volontà di favorire il sistema bancario".La palla passa dunque a Governo e Parlamento che nei prossimi mesi dovranno decidere da che parte stare: quella delle banche o quella dei consumatori?