di Marina Crisafi - Se a qualcuno fosse sfuggito l'Italia quest'anno è cresciuta dell'0,9% e le stime per l'anno prossimo sono ancora più ottimistiche, pari all'1,6%.
Questi i dati emersi dal Def, il documento di economia e finanza 2015, la cui nota di aggiornamento è stata approvata ieri in un Consiglio dei ministri "lampo", dove ha trovato spazio anche la c.d. questione Colosseo con l'approvazione di un decreto legge che chiarisce che i musei e i luoghi della cultura rientrano tra i servizi pubblici essenziali.
Tornando al Def, in vista del futuro "balletto" della legge di Stabilità, i numeri riportano un quadro diverso rispetto a quello presentato ad aprile scorso (leggi: "Governo: Def approvato e tesoretto rinviato. Ora parola alle Camere e poi in volo verso Bruxelles") e che sarà trasmesso ora al Parlamento quale passaggio propedeutico alla definizione della prossima manovra finanziaria e del "Draft Budgetary Plan" da presentare all'Europa entro il prossimo 15 ottobre.
E il quadro fotografato dal Def mostra una previsione di crescita maggiore, come affermato dal premier Matteo Renzi dopo l'approvazione in Cdm perché se "nel 2015 abbiamo svoltato, nel 2016 acceleriamo - e - questo è il momento in cui tutti insieme dobbiamo spingere con ancora più determinazione perché l'oggettiva ripresa è partita in Italia grazie ai provvedimenti e le riforme".
Cambia anche il rapporto deficit-Pil programmatico che nel prossimo anno si attesterà al 2,2% rispetto al 2,6% nel 2015, inclusa la flessibilità da richiedere all'Europa, ossia la previsione di fare ricorso (per il reperimento delle risorse) ad uno 0,8% (ossia il doppio rispetto al dato acquisito nel Def di aprile). Migliori anche le previsioni sul debito pubblico, in discesa per la prima volta dal 2007 al 131,4%. "Una zavorra che cominciamo ad alleggerire" ha spiegato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan in conferenza stampa. E che tradotto significa meno tasse, "anche nella legge di stabilità" ha proseguito Padoan, confermando nel 2016 il rafforzamento del programma avviato nel 2014 con il bonus degli 80 euro, la cancellazione della componente lavoro dell'Irap, al quale si aggiungerà, il "disinnesco delle clausole di salvaguardia", oltre all'eliminazione "delle imposte sull'abitazione principale e su alcuni fattori produttivi - per proseguire poi - nel 2017 e 2018 con interventi sulla fiscalità d'impresa e per le persone fisiche".