Palazzo Madama approva definitivamente il ddl Boccadutri che sblocca i soldi ai partiti tra le proteste del M5S

di Marina Crisafi - Tra soldi falsi lanciati in aula e cartelloni con la scritta "Boccadutri card", il disegno di legge che sblocca il finanziamento ai partiti, congelato per gli anni 2013-2014 è passato al Senato con 148 voti a favore, 44 contrari e 17 astenuti.

Un via libera "lampo" che in poco più di due ore ha visto approvare una legge, già velocemente approvata dalla Camera, che ha messo tutti d'accordo (eccetto i senatori del M5S, unici a votare contro e l'astensione di Sel), senza bisogno di riletture e navette da una parte all'altra del Parlamento.

Così, respinte tutte le questioni pregiudiziali e gli oltre 200 emendamenti, il ddl Boccadutri è stato definitivamente approvato e gli oltre 45 milioni di euro dei finanziamenti relativi agli anni 2013-2014 confluiranno nelle casse dei partiti, nonostante il mancato esperimento del necessario controllo dei bilanci da parte della Commissione di garanzia.

Le somme, infatti, erano state "congelate" a fine luglio dagli uffici di presidenza di Camera e Senato, a causa della dichiarata impossibilità della Commissione ad hoc, istituita dalla legge del governo Letta per vigilare sulla correttezza dei bilanci, di eseguire i controlli previsti per carenza di personale.

Il ddl, oltre a sbloccare i fondi, prevede anche una maggiore dotazione di uomini e mezzi, con l'aggiunta di ulteriori 5 esponenti della Corte dei conti e di 2 dipendenti esperti nell'attività di controllo contabile provenienti dalle altre amministrazioni che andranno ad affiancare i 5 membri già previsti dalla legge Letta (provenienti dai vertici della Cassazione, della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato), durando in carica 4 anni, con mandato rinnovabile una sola volta e senza compensi aggiuntivi.

A partire dal 2017, poi, in base al dettato della legge Letta, i fondi saranno aboliti.


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