di Marina Crisafi - Reddito minimo garantito di 500 euro per gli over 55, recuperando i fondi da pensioni d'oro e vitalizi; pensione anticipata a 63 anni e 7 mesi e semplificazione per le contribuzioni aggiuntive e per le prestazioni. Queste le proposte chiave del piano targato Boeri "Non per cassa ma per equità" che l'Inps ha presentato al Governo durante l'estate e pubblicato nei giorni scorsi sul proprio sito istituzionale.
16 articoli e una relazione di 69 pagine per una proposta che tocca a 360° il sistema previdenziale italiano e che è destinata, secondo l'istituto previdenziale a contrastare la povertà riducendola almeno del 50% e a garantire un'uscita più flessibile dal lavoro.
Un ventaglio di interventi che ha già fatto discutere, nel merito della diffusione online decisa in "un'ottica di trasparenza" e che continuerà a far discutere per le misure previste. Anche se al momento, secondo i rumors sembra che il governo abbia deciso di accantonarla perchè servono risorse che per ora non ci sono.
Ecco in pillole i punti chiave della proposta di riforma dell'Inps:
500 euro per gli over 55
La prima parte del piano Boeri riguarda le misure assistenziali destinate a dimezzare la condizione di povertà, soprattutto in quella fascia di popolazione al di sopra dei 55 anni che è rimasta senza impiego e ha difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro.
Per loro e per le loro famiglie, al fine di offrire "una rete di protezione sociale", l'Inps ha pensato all'istituzione di un reddito minimo garantito pari a 500 euro al mese (400 euro nel 2016 e nel 2017).
Il trasferimento che prende il nome di "sostegno di inclusione attiva", avrà come riferimento il nucleo familiare convivente, pertanto, nel caso in cui vi siano altri soggetti oltre l'over 55, la prestazione aumenterà (venendo moltiplicata per la scala di equivalenza Ocse modificata) e sarà estesa anche ad eventuali figli disoccupati, sempre comunque in base al reddito (ai fini Isee).
L'uscita anticipata a 63 anni e 7 mesi
Per introdurre più flessibilità nel sistema pensionistico, l'Inps ha pensato ad un'uscita anticipata a 63 anni e 7 mesi (che interesserebbe una platea di circa 30mila persone l'anno), con una riduzione dell'assegno applicata alla sola quota retributiva con perdite non oltre il 10-11% che tendono ad assottigliarsi nel corso degli anni.
Riordino delle forme di assistenza
Tra le proposte, c'è anche il contemporaneo riordino delle prestazioni assistenziali oggi erogate dall'istituto, le quali, per circa il 30% (ossia 5 miliardi in valore assoluto), secondo i calcoli Inps, vanno a beneficio dei redditi più alti.
Una rimodulazione che andrebbe dunque a "discapito" delle 230mila famiglie ad alto reddito (il 15% della popolazione di riferimento) che vedrebbero quindi ridurre i trasferimenti assistenziali a loro favore, consentendo però di riallocare circa 1,2 miliardi.
Pensioni dei sindacalisti
Altro punto del piano Boeri riguarda le pensioni dei sindacalisti, nei confronti delle quali si sollecita una armonizzazione dei trattamenti riservati a coloro che sono distaccati (o in aspettativa) dal settore pubblico e gli altri lavoratori.
In base alla proposta, i dirigenti sindacali non potrebbero più farsi versare i contributi previdenziali dalle organizzazioni a condizioni di gran lunga più vantaggiose rispetto a quelle riservate a fini pensionistici agli altri lavoratori.
Le risorse
Le risorse per coprire in modo almeno "parziale" l'istituzione del reddito minimo garantito e la flessibilità sostenibile in uscita sono individuate dall'Inps anzitutto nel ricalcolo delle pensioni alte e medio-alte (tra i 3.500 e i 5mila euro al mese), le c.d. "pensioni d'oro" che ammontano a circa 250mila, cui si aggiungerebbero gli oltre 4mila vitalizi per cariche elettive. Tra le ipotesi c'è anche quella di procedere al ricalcolo di tali pensioni secondo il metodo contributivo.
Inoltre, a detta dell'Inps il piano ha un effetto espansivo, dovendo tenere conto rispetto al disavanzo iniziale dei fattori che agiranno da "attenuanti" nel futuro, come ad es. il turnover nella P.A. (che procura risparmi), una propensione al ritiro anticipato inferiore al 100%, l'eventuale previsione di termini di prescrizione quinquennali per le domande di ricongiunzione e riscatto.