di Valeria Zeppilli - I continui cambiamenti che interessano la disciplina delle pensioni rendono difficile, per i lavoratori prossimi all'uscita dal mondo del lavoro, orientarsi nella normativa e comprendere quando potranno raggiungere il traguardo.
Cerchiamo quindi di fare chiarezza su alcuni aspetti che riguarderanno il sistema pensionistico per il prossimo 2016.
Il sistema delle quote
Innanzitutto, con riferimento alla pensione di anzianità, si ricorda che ancora oggi, per determinate categoria di lavoratori, è in vigore il sistema delle quote, che si basa sulla combinazione tra età anagrafica e anni di contribuzione.
Dal 2016, la somma di tali due valori potrà legittimare la pensione di anzianità laddove sia pari a 97,6, a dispetto alla quota 97,3 prevista sino al prossimo 31 dicembre.
Per i lavoratori autonomi, invece, la quota sale da 98,3 a 98,6.
Ciò in ragione dell'aumento delle aspettative di vita e fatte salve eventuali ulteriori modifiche.
Resta comunque inalterata la previsione della cd. "finestra".
In sostanza, anche una volta raggiunti i requisiti non si potrà andare in pensione subito ma occorrerà attendere il raggiungimento della prima finestra utile, con la conseguenza di dover procrastinare la data di accesso alla pensione anche di un anno, o un anno e mezzo per i lavoratori autonomi.
L'opzione donna
Ancora per il 2016, poi, sarà di fatto in vigore l'opzione donna, ovverosia quel meccanismo che consente alle donne, al ricorrere di determinati requisiti e accettando un assegno calcolato interamente con il metodo contributivo, di anticipare, anche di diversi anni, l'uscita dal mondo del lavoro.
Tale opzione, infatti, può essere esercitata da coloro che raggiungono i requisiti anagrafici e contributivi utili per poter chiedere il pensionamento entro il 31 dicembre 2015, con la conseguenza che l'uscita dal lavoro, anche in virtù del sistema delle finestre mobili, non avverrà prima del 2016.
Inoltre, con l'emanazione della legge di stabilità per il 2016 sembrerebbe proprio che tale facoltà venga prorogata.
La pensione parziale
Un'altra interessante novità che potrebbe essere introdotta con l'approvazione della nuova legge di stabilità riguarda l'introduzione della cd. "pensione parziale", modello già in uso in diversi paesi stranieri.
In poche parole si tratta della possibilità, per i lavoratori prossimi alla pensione, di lavorare a tempo parziale, ovverosia con una riduzione dell'orario di lavoro.
A tal proposito si segnala che, secondo quanto emerge da un sondaggio promosso da Confesercenti, circa il 49% dei lavoratori accetterebbe questa forma di "semi-pensionamento".
Quelli riportati sono solo alcuni dei punti che arrovellano le menti dei futuri pensionati e molti di essi sono ancora in evoluzione.
Basti pensare che la materia previdenziale è uno dei temi caldi dell'intera legge di stabilità e non solo.
Non resta, quindi, che tenere d'occhio le evoluzioni del sistema, nella speranza che presto potrà esserci maggiore chiarezza.