di Marina Crisafi - E' pronta la riforma dei fallimenti che manderà in soffitta la storica legge 267 del 1942. Ad annunciare la presentazione del disegno di legge, messo a punto dalla commissione presieduta da Renato Rordorf, è lo stesso guardasigilli, Andrea Orlando, che, ieri pomeriggio, durante il convegno organizzato dal gruppo Pd alla Camera, ha confermato l'avvio dell'iter di riforma a gennaio.
Accantonata l'idea di agganciare lo schema di legge delega alla conversione del d.l. 83/2015 varato quest'estate e contenente diverse misure sulla crisi d'impresa, prende corpo quindi l'ipotesi che lo stesso venga incardinato come provvedimento autonomo in consiglio dei ministri.
La bozza del ddl (qui sotto allegata) mira a revisionare l'intera disciplina dell'insolvenza.
Tra le questioni più innovative spiccano senz'altro le procedure di allerta e le novità sull'amministrazione straordinaria.
Sotto il primo profilo, considerato una vera "grande incompiuta" dell'attuale disciplina, la proposta contempla un insieme di incentivi per l'imprenditore che l'avvia volontariamente e al contempo di deterrenti per chi resta inerte nonostante i segnali d'allarme (con la previsione di una nuova figura di bancarotta semplice).
Quanto all'amministrazione straordinaria, invece, la bozza prevede una "doppia" strada in base alle caratteristiche dell'impresa in stato di insolvenza: in particolare, la prima consisterebbe in una procedura standard per le imprese che negli ultimi tre esercizi presentano un rilevante volume d'affari, un numero elevato di dipendenti (almeno 440) e concrete possibilità di recupero, con l'apertura dell'amministrazione affidata a un provvedimento dell'autorità giudiziaria di concerto con il Mise e la nomina di un commissario; la seconda, riservata alle imprese con un volume d'affari molto più elevato, con almeno mille dipendenti e alle società quotate, con la possibilità per il ministero di applicare direttamente l'amministrazione straordinaria.
Altre novità dello schema riguardano: la possibilità di anticipo della richiesta di esdebitazione, la specializzazione della magistratura e la disciplina del fallimento dei gruppi.
La bozza della legge delega di riforma fallimentare