di Marina Crisafi - Il dramma di Luigino D'Angelo, il 68enne originario di Civitavecchia suicidatosi dopo aver perso tutti i suoi risparmi a seguito del crac della banca Etruria e le polemiche che continuano a montare sul c.d. decreto salva-banche, che ha portato al salvataggio delle 4 banche del centro Italia in crisi (oltre ad Etruria, Marche, Carife e Carichieti) per un totale di 1,2 miliardi di perdite (leggi: "Bruciati 1,2 miliardi di euro per salvare quattro banche a spese dei piccoli azionisti"), il Governo cerca di correre ai ripari. E mentre il premier Renzi, parlando all'Accademia dei Lincei, pressa per l'urgente riforma del sistema del credito, allo studio c'è l'idea di un fondo di solidarietà, finanziato in parte dallo Stato e in parte dallo stesso mondo bancario, per risarcire una parte degli obbligazioni truffati, ridando sollievo a chi ha perso i propri risparmi ed evitando altre tragedie.
Ma il Governo non ha fatto i conti con l'Europa.
Dopo aver bacchettato l'Italia, colpevole di aver venduto ai risparmiatori "prodotti inadeguati", l'Ue, come riportato dalla Stampa (Fonti Ue: "Niente rimborsi a pioggia per i risparmiatori". Ma c'è l'opzione dell'arbitrato) boccia sul nascere l'idea che lo Stato paghi direttamente coloro che abbiano subito le perdite.
Per l'Europa, infatti, il crac di una banca e le perdite degli obbligazionisti, non possono considerarsi una "crisi umanitaria", come ad esempio, quelle provocate da disastri ambientali.
Sì invece alla seconda ipotesi allo studio del Tesoro, quella della costituzione di un "arbitro finanziario" (presso la Consob) chiamato a valutare caso per caso (distinguendo tra chi è stato truffato e chi invece ha speculato) per dare una tutela stragiudiziale celere ai risparmiatori interessati.
Intanto, sul caso del pensionato suicida, la procura di Civitavecchia, volendo fare luce sui rapporti finanziari tra l'uomo e la banca Etruria, ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio.