di Marina Crisafi - Mentre il Parlamento è impegnato nell'approvazione definitiva della legge di Stabilità che si muove all'insegna di un'ampia detassazione in diversi settori, da gennaio arriverà invece una nuova tassa sul turismo. Si tratta di un aumento di 2,5 euro dell'addizionale sui diritti d'imbarco che ogni passeggero paga (di fatto) da oltre 10 anni per ciascun biglietto aereo acquistato per imbarcarsi negli aeroporti italiani (esclusi i voli domestici).
Ora, per l'effetto della legge Destinazione Italia (l. n. 9/2014), che ha deciso il nuovo "ritocco" demandandolo ad un decreto attuativo in via di pubblicazione, il balzello che all'epoca in cui era stato istituito (con la finanziaria del 2004) valeva circa un euro ed oggi arrivato già a più di 6 euro (e oltre in determinati scali come Roma), è destinato a salire dal 1° gennaio ad almeno 8 euro e 50.
I proventi ottenuti dall'incremento saranno utilizzati per finanziare il fondo speciale per gli ammortizzatori aggiuntivi ai lavoratori del comparto.
La novità, tuttavia, è un "atto dovuto" che mette in allarme Assaeroporti, l'associazione dei gestori degli scali, secondo la quale, si "rischia di deprimere ulteriormente il settore del turismo" andando a gravare sulle tasche dei viaggiatori.
La tassa infatti è dovuta direttamente dalle compagnie aeree, ma queste ovviamente si rivalgono sui passeggeri, incorporandola nei costi finali dei biglietti.