di Marina Crisafi - È stato già ribattezzato il nuovo "Millennium bug" quello che domani metterà a rischio l'accesso ad internet per oltre 40 milioni di utenti.
La ragione, già nota da tempo, è il cambio della funzione crittografica: il passaggio dalla SHA-1 alla SHA-2, il nuovo algoritmo di sicurezza per proteggere il web dagli attacchi informatici, non è supportato dai dispositivi più vecchi e quindi tutti i milioni di utenti nel mondo che possiedono un cellulare o un computer acquistato nel 2010 si vedranno precluso l'accesso a siti come Facebook, Google, Twitter e Whatsapp solo per citarne qualcuno a caso.
In parole povere, quando si cercherà di visitare un sito o utilizzare un'app che adottano il nuovo standard, si riceverà un messaggio di errore oppure la nota pagina contenente l'errore "404".
Cosa significhi un blackout mondiale di tale entità, è spiegato da Panorama: come riferisce la CloudFlare, azienda statunitense che fornisce e gestisce servizi online, infatti, "lo standard SHA-2 è supportato dal 98,31% dei browser attualmente in uso", quindi a restare fuori è una percentuale dell'1,69%. Il che non è affatto poco se si pensa che in questa piccola porzione rientrano circa 40 milioni di utenti.
E se la brutta esperienza, molto probabilmente, non riguarderà l'Italia, né gran parte di Europa e Stati Uniti, dato che per trovare un utente che utilizza un telefono o un pc vecchio di due o tre anni è già un'impresa, figuriamoci un "reperto" di cinque anni fa, ad essere colpiti saranno sicuramente i paesi in via di sviluppo o i luoghi dove comunque si trovano barriere all'ingresso per la mancanza di infrastrutture, tra cui in cima, secondo la classifica di CloudFlare, si trovano la Cina, il Camerun e lo Yemen, e a seguire Egitto, Siria, Iran e Venezuela.
Per difendersi dalle conseguenze del blackout mondiale provocato dalla modifica dello standard di crittografia web, reso necessario per far fronte alla crescente complessità delle minacce digitali, c'è poco da fare, se non abbandonarsi agli ultimi ritrovati della tecnologia, acquistando dispositivi più recenti.
http://www.panorama.it/mytech/internet/1-gennaio-2016-il-giorno-che-spaventa-internet/