Il Garante per la protezione dei dati personali (Newsletter 1/7 novembre 2004) ha reso noto di essere intervenuto in favore di un imprenditore, iscritto nell'archivio informatizzato CAI (degli assegni bancari, postali e delle carte di credito) e privato dell'autorizzazione ad emettere assegni, per non essere riuscito a dimostrare all'Istituto di Credito, mediante una forma prestabilita, di aver pagato un assegno emesso nei confronti di un suo creditore. Chiamato in causa dall'imprenditore, il Garante ha provveduto a sbloccare l'attività dello stesso riconoscendo la legittimità delle sue richieste e delle sue motivazioni e ordinando l'immediata cancellazione del suo nominativo dall'archivio informatizzato chiamato Centrale d'allarme interbancario che, lo si ricorda, è stato costituito a seguito della depenalizzazione del reato di emissione di assegni senza provvista. Il Garante ha infine precisato che vari riferimenti normativi del Codice sulla protezione dei dati e la stessa disciplina di settore prevedono espressamente l'eventualità di una correzione o l'eliminazione di informazioni inesatte o inserite illecitamente.
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