di Lucia Izzo - "Niente più bollettini postali nelle case degli italiani": l'Agenzia delle Entrate aveva chiarito, come confermato dalle comunicazioni nei telegiornali e nelle trasmissioni RAI, che il canone non sarebbe più stato pagato a partire dal 31 gennaio 2016, poiché inserito direttamente nella "bolletta" elettrica.
Tuttavia la giornata di oggi, 1° febbraio 2016, rappresenta una data importante nello "scadenziario" degli adempimenti, rivolto a coloro che non sono titolari di alcuna utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui hanno la loro residenza anagrafica, ma possiedono uno degli apparecchi per cui è obbligatorio il versamento dell'imposta.
In parole povere si tratta di un canone speciale per chi ha la TV, ma non la bolletta della luce, situazione non eccezionale se si pensa alle case multifamiliari dove numerose famiglie imparentate utilizzano un unico contatore.
La data è slittata al 1° febbraio in quanto il 31 gennaio è caduto di domenica.
Chiunque si trovi nella situazione descritta, sarà tenuto al versamento del canone RAI (annuale, trimestrale o semestrale) se titolare di abbonamento alla radio o alla televisione, pagamento che dovrà avvenire, alternativamente: presso le Agenzie Postali con apposito bollettino postale c/c 3103; presso i rivenditori di generi di monopolio autorizzati (tabaccherie); tramite Bancomat; tramite carta di credito utilizzando servizi via internet.
Il rischio è che molte famiglie, non adeguatamente informate sulla faccenda, ritardino nei pagamenti vista la mole di informazioni pervenute in maniera confusa. Ma secondo le dichiarazioni di Massimiliano Dona, Segretario dell'Unione Nazionale Consumatori, riportate dall'Agi, in tal caso sono pronte "possibili azioni legali a tutela dei consumatori, male informati prima dal legislatore e poi dall'Agenzia delle entrate stessa".