Il tutto grazie all'approvazione di un emendamento al decreto cd. Milleproroghe, che oggi probabilmente riceverà il sì definitivo alla Camera, dopo la questione di fiducia posta dal Governo.
Fino al prossimo 31 dicembre, quindi, il contributo sui licenziamenti, di importo variabile tra 489,95 euro e 1.469,85 euro a seconda dell'anzianità di servizio, non dovrebbe essere pagato.
Ricordiamo che la "tassa sui licenziamenti", è, in teoria, una tassa volta a soddisfare l'obbligo di finanziare la Naspi in caso di cambio di datore di lavoro negli appalti, ovverosia nei casi in cui cui l'impresa subentrante, applicando le clausole sociali, riassorbe i dipendenti dell'azienda uscente.
Ciò vuol dire che, se la sospensione non fosse stata confermata, le imprese che operano nel mondo degli appalti si sarebbero dovute far carico di un onere finanziario dai più considerato ingiusto. Oltre che illogico.
Infatti tale tassa dovrebbe andare a finanziare gli ammortizzatori sociali previsti per i disoccupati in un caso in cui, in realtà, grazie alla clausola sociale l'occupazione è preservata.
Per quest'anno le risorse per sospendere sono state attinte dal fondo sociale per l'occupazione e la formazione. Nella speranza che altri dodici mesi siano sufficienti per trovare una soluzione definitiva al problema.