di Marina Crisafi - È stato adottato oggi in un Consiglio dei Ministri lampo il primo piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani.
Si è dato così attuazione al disposto dell'art. 9 del decreto legislativo n. 24/2014, al fine - si legge nella nota dell'esecutivo - "di definire strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno della tratta e del grave sfruttamento degli esseri umani, nonché azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione sociale, all'emersione e all'integrazione sociale delle vittime".
Il commercio di esseri umani è una pratica, diffusa in tutti i paesi del mondo, attraverso la quale sempre più persone vengono schiavizzate. Il trasferimento viene attuato con violenza, inganno o forza, ed è finalizzato al lavoro forzato, alla servitù o a pratiche alla stessa assimilabili.
Secondo i dati più recenti, diffusi dal ministero dell'Interno, solo in Europa nel 2015 sono sbarcati quasi 250mila migranti, di cui più di 93.500 in Italia.
Tra costoro, quelli che riescono a sbarcare sani e salvi, non perdendo la vita mentre cercano di raggiungere le sponde europee, la probabilità di rimanere vittima di reti di sfruttamento (prostituzione in primis) è altissima, spesso mediata dagli stessi trafficanti che hanno consentito l'attraversamento illecito dei confini.
I più a rischio, secondo gli studi di Save the Children, sono i bambini e gli adolescenti, provenienti soprattutto da paesi africani e asiatici (come Nigeria, Marocco, Senegal, Afghanistan).
Il piano mira a combattere tale abietto fenomeno ed è propedeutico - rende noto, inoltre, palazzo Chigi - alla emanazione del nuovo programma unico di emersione, assistenza ed integrazione sociale e delle relative modalità di attuazione e finanziamento.
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