di Marina Crisafi - È in arrivo il decreto che detassa i premi produttività, i c.d. premi risultato che le aziende concedono ai dipendenti. Il provvedimento è atteso sul tavolo del Cdm la prossima settimana in attuazione della norma prevista dalla legge di Stabilità che prevede un'aliquota agevolata al 10% dei premi di risultato, ovvero la facoltà per il lavoratore di scegliere, alternativamente, tra premio in denaro e voucher da utilizzare per i servizi di welfare (come la retta dell'asilo, la baby sitter), totalmente esentasse, ma anche di destinare il bonus alla previdenza integrativa o alla sanità complementare.
L'operazione complessiva dovrebbe valere circa 483 milioni di euro per quest'anno, 520 per il 2017 e altrettanti per il 2018.
La platea degli interessati è stata estesa ai lavoratori con reddito lordo annuo fino a 50mila euro (in origine il tetto era fino a 25mila) e per Paolo Zabeo, coordinatore dell'ufficio studi della Cgia di Mestre, il ritorno alla detassazione al 10% sarà in grado di "far crescere i redditi e la produttività" con risparmi fiscali per ogni lavoratore fino a 700 euro (per premi da 2mila euro).
Rilanciare la produttività, che nel nostro paese è ferma da circa un ventennio è proprio il fine della manovra accolta con favore anche dai sindacati, Cgil, Cisl e Uil che hanno espresso valutazioni positive sulle intenzioni del Governo, pur riservando il giudizio definitivo dopo la lettura del testo.
"Una positiva novità" per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo che va, si accoda il segretario Cisl Gigi Petteni, nella "direzione auspicata" da tutta la Triplice, la quale, al tempo stesso, aggiunge il segretario confederale Cgil, Franco Martini, ha già sollecitato "il Governo ad intervenire sugli altri punti che attendono risposte, a partire dal nodo delle pensioni e dal dilagare preoccupante del fenomeno dei voucher, che ripropone il tema della precarietà del lavoro".
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