di Marina Crisafi - Ci sono voluti sei anni, rispetto alla legge che l'ha istituita (la n. 85/2009) ma ormai la banca dati nazionale del Dna è pronta per diventare operativa. Il dpr attuativo infatti, come riportato da Italiaoggi, è ormai in dirittura d'arrivo e dovrebbe ricevere il sì definitivo nel preconsiglio dei ministri di domani.
La banca dati sarà gestita dal dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale e sarà basata su un software su due livelli: il primo, utilizzato a fini investigativi, a livello nazionale e il secondo per le collaborazioni di polizia a livello internazionale, con l'obiettivo di raccogliere i profili genetici dei condannati soprattutto per il contrasto al terrorismo.
Ad essere raccolti saranno i profili genetici di chi si trova in custodia cautelare o agli arresti domiciliari; dei detenuti e degli internati per sentenza irrevocabile per delitti non colposi; di coloro ai quali è applicata una misura alternativa al carcere (sempre per sentenza irrevocabile per delitti non colposi); di chi sconta una misura di sicurezza detentiva (in via provvisoria o definitiva); di chi è arrestato in flagranza di reato o sottoposto a fermo indiziato di delitto.
Il prelievo sarà effettuato dai campioni di mucosa orale (da agenti penitenziari addestrati ad hoc o dalle forze di polizia direttamente sulla scena del crimine), e potrà anche avvenire in modo forzoso (ma sempre nel rispetto della dignità e della riservatezza delle persone).
Tra i reati esclusi, stando alle bozze, ci sono quelli dei c.d. colletti bianchi (fallimentari, societari, ecc.).
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