di Valeria Zeppilli - Con la relazione numero III/02/2016 del 2 febbraio, il servizio penale dell'ufficio del massimario della Corte di Cassazione ha illustrato il contenuto del decreto legislativo numero 212/2015, con il quale il nostro ordinamento ha provveduto a recepire la direttiva europea numero 2012/29/UE, emanata dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 25 ottobre 2012.
Proprio in tale relazione, la Corte ha messo in evidenza una notevole carenza del nostro sistema: l'assenza di uffici o strutture istituzionalizzati a sostegno dell'iniziativa legale della persona offesa.
La direttiva in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato raccomanda infatti l'istituzione di uno sportello unico di assistenza, dedicato i bisogni delle vittime, sportello che tuttavia il decreto numero 212 non ha provveduto a istituire.
Come messo in evidenza dalla Corte, in realtà, in sede di esame parlamentare, quando la Commissione Giustizia della Camera dei deputati ha espresso il suo parere sullo schema di decreto legislativo, ha anche rilevato l'opportunità che fossero introdotte disposizioni che prevedessero l'istituzione di un apposito ufficio per le vittime di reato all'interno di ogni tribunale. Al suo funzionamento, secondo il parere della Commissione, avrebbe dovuto essere preposto un magistrato, eventualmente adiuvato dai servizi sociali e dalle associazioni in favore delle vittime.
Il Massimario della Cassazione ha però ricordato che il Governo ha deciso di non accogliere la predetta osservazione in ragione dell'impossibilità di sostenere, almeno nell'immediatezza, gli oneri economici che l'istituzione di un nuovo sportello delle vittime avrebbe portato con sé, soprattutto in considerazione della necessaria sinergia tra diverse amministrazioni.
Staremo a vedere se e quando si deciderà di fare finalmente un passo anche in tal senso, al fine di garantire alle persone offese dai reati una tutela piena ed effettiva.