di Marina Crisafi - Ampliamento del limite da 1.100 a 2500 euro e dei casi in cui il giudice di pace può decidere secondo equità. Ma anche competenze allargate in materia civile e penale e razionalizzazione della figura con la nascita del giudice onorario di pace, oltre alla ridefinizione delle indennità e della permanenza in servizio. Sono queste le principali novità della riforma sulla magistratura onoraria approvata dal Senato che da oggi approda in aula alla Camera per il sì finale.
I lavori sul testo, accompagnato dalle polemiche sin dal suo esordio, sono stati anticipati infatti come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, per pervenire in tempo utile all'approvazione della legge prima del 31 maggio, data di scadenza della permanenza in servizio degli attuali giudici non togati (leggi: "Addio a 5mila giudici di pace dal mese prossimo").
Ecco i punti salienti della riforma che conferisce delega al Governo per il restyling della disciplina dei magistrati onorari:
Nasce il Gop
Punto chiave del ddl delega è il superamento della distinzione tra giudici di pace e magistrati onorari a favore di una sola figura: il giudice onorario di pace.
Entro un anno dall'entrata in vigore della riforma, il governo dovrà adottare i decreti delegati che ne definiranno le regole e le funzioni, anche tramite il riassetto delle attuali piante organiche che confluiranno tutte nell'unico ufficio del nuovo giudice.
Esclusiva sul condominio
Il testo di riforma amplia le competenze dei magistrati onorari sia in ambito civile che penale. Sul fronte civile si assiste ad un allargamento delle competenze sia per materia, con l'attribuzione pressochè esclusiva delle liti condominiali, oltre che sui diritti reali e di comunione e l'assegnazione dei procedimenti di espropriazione mobiliare presso il debitore e in possesso di terzi (sotto le direttive però di un giudice togato designato dal tribunale).
Ad essere elevata è anche la competenza per valore, con un innalzamento dai 5mila ai 30mila euro per le cause relative a beni mobili e dai 30mila ai 50mila per quelle riguardanti il risarcimento dei danni da circolazione di veicoli e imbarcazioni.
Portato a 2.500 euro inoltre il tetto per le cause in cui il giudice può decidere secondo equità.
Competenze penali più estese
La riforma prevede anche un ampliamento delle competenze penali del giudice onorario con la possibilità di giudicare sui reati di minacce e furto (consumati e tentati), sul rifiuto di prestare le proprie generalità e su una serie di infrazioni concernenti la disciplina delle autorizzazioni dei fitofarmaci e delle sostanze additive agli alimenti.
Accesso e preclusioni
Nel ddl vengono definiti anche i criteri, ai quali il Governo dovrà attenersi nella stesura dei decreti attuativi, per l'accesso alla magistratura onoraria (tra cui, l'onorabilità, la professionalità, l'età minima e massima; la laurea in giurisprudenza, ecc.). Sarà preclusa la carriera di giudice onorario a coloro che risultano collocati in quiescenza, ai membri del Parlamento e ai consiglieri regionali, provinciali e comunali; a coloro che ricoprono incarichi direttivi in un partito o in un sindacato; agli ecclesiastici, ai difensori civici e agli avvocati. Vietata anche la nomina presso lo stesso ufficio giudiziario di magistrati onorari legati da vincoli coniugali, di parentela o affinità.
Durata e indennità
Ad essere ribadita nel testo è la natura "temporanea" dei magistrati onorari che potranno svolgere tali funzioni per un periodo non superiore a 4 anni, rinnovabile soltanto una volta. Per coloro che sono già in servizio al momento dell'entrata in vigore della legge, il mandato potrà essere confermato per due volte (della durata di 4 anni ciascuno) e in ogni caso l'incarico si intenderà cessato al raggiungimento dell'età massima (il 65simo anno di età).
Sul fronte indennità, i giudici onorari percepiranno una quota fissa e una variabile, legate al raggiungimento degli obiettivi e tenendo conto della media di produttività dell'ufficio.
La previdenza
Altro tema sul quale si esprime il ddl, demandando però la soluzione ai decreti delegati, è quello riguardante le coperture previdenziali dei magistrati onorari. Il testo stabilisce soltanto che in ogni caso, il regime dovrà essere compatibile con la natura onoraria dell'incarico e che non dovrà comportare oneri per la finanza pubblica, con l'eventuale acquisizione di risorse attraverso misure che vadano ad incidere sulle stesse indennità dei giudici.
Il ddl di riforma della magistratura onoraria
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