di Marina Crisafi - In pensione prima sì, ma perdendo almeno una mensilità l'anno. È questo il rischio che si profila per coloro che vogliono uscire dal lavoro senza averne i requisiti, con le ipotesi di flessibilità in uscita su cui sta lavorando il Governo. A denunciarlo è la Uil che ha effettuato le prime elaborazioni sul prestito previdenziale per la flessibilità in uscita che dovrebbe costituire uno degli elementi principali dell'Ape (l'anticipo pensionistico), in base al quale si potrà accedere alla pensione con un anticipo fino a 3 anni rispetto al requisito anagrafico richiesto, pagando poi (attraverso un prestito di una banca garantito dalla Stato) con una rata sulla pensione.
Al fine di calcolare quale potrebbe essere il prezzo da pagare per i futuri pensionati in anticipo, la Uil ha ipotizzato un'indicizzazione del trattamento previdenziale pari all'1% annuo e un tasso di interesse del 3,5%, pari a quello applicato dall'Inps per i prestiti pluriennali ai dipendenti pubblici.
Partendo da queste elaborazioni, ecco i costi che dovrebbero sostenere coloro che andrebbero in pensione 1, 2, o 3 anni prima del tempo, sulla base di trattamenti pari, rispettivamente, a 1.000, 1.500 e 3mila euro, sia considerando che oneri e interessi siano a carico dello Stato, sia che gli stessi siano pagati dai lavoratori:
Pensione mille euro lordi
Partendo da una pensione di mille euro lordi mensili, per un uomo che va in pensione anticipata un anno prima, stabilendo che oneri e interessi gravino sullo Stato, il costo della rata ammonterebbe a 69 euro al mese, ossia 898 euro l'anno; per una donna, invece, sarebbe di 50 euro, ovvero 650 annui.
Per chi invece va in pensione due anni prima il costo della rata salirebbe per gli uomini a 130 euro mensili (1.690 euro l'anno) e per le donne a 95 euro (1.244 euro l'anno).
Anticipando l'uscita di tre anni, infine, la rata costerebbe 184 euro al mese per gli uomini (2.392 l'anno) e 137 alle donne (1.790 euro l'anno).
Se gli oneri e interessi del prestito sono posti a carico dei lavoratori, invece: l'anticipo di un anno costerebbe agli uomini 1.138 euro l'anno e 904 alle donne; l'anticipo di due anni ammonterebbe, rispettivamente, a 2.175 e 1.758 euro annui; l'uscita anticipata di tre anni invece costerebbe 3.131 euro l'anno agli uomini e 2.569 euro alle donne.
Pensione 1.500 euro lordi
Il calcolo relativo alle pensioni pari a circa 1.500 euro lordi, sale in entrambi i casi.
Se oneri e interessi gravano sullo Stato: l'anticipo di un anno costerebbe agli uomini 103 euro mensili (1.348 annui) e 75 euro alle donne (975 euro annui); l'anticipo di due anni graverebbe per 195 euro mensili sugli uomini (2.535 euro l'anno) e per 143 euro sulle donne (1.866 euro l'anno); l'anticipo di tre anni, infine, avrebbe un costo di 276 euro mensili per la componente maschile (3.589 euro annui) e 206 euro per quella femminile (2.685 euro annui).
In caso di oneri e interessi accollati sui lavoratori invece: un anno costerebbe 1.707 euro agli uomini e 1.356 alle donne; l'uscita anticipata di due anni peserebbe per 3.263 euro annui sugli uomini e per 2.637 euro sulle donne; per uscire tre anni prima, infine, i costi lieviterebbero a 4.697 euro per gli uomini e a 3.854 euro per le donne.
Pensione 3.000 euro lordi
Per le pensioni di tremila euro lorde, nell'ipotesi in cui lo Stato si accolla i costi del prestito: gli uomini che vanno in pensione un anno prima devono pagare 207 euro al mese (2.696 euro l'anno) e le donne 150 (1.950 l'anno); l'uscita prima di due anni costerebbe invece, rispettivamente 390 euro al mese (5.070 l'anno) e 287 euro al mese (3.732 l'anno); tre anni di anticipo avrebbero un "prezzo" di 552 euro al mese per gli uomini (7.178 l'anno) e 413 euro al mese (5.371 l'anno) per le femmine.
Con i costi a carico del lavoratore, infine, per il primo anno la rata ammonterebbe a 3.415 euro per gli uomini e a 2.714 per le donne; per il secondo a 6.527 e 5.276 euro; lievitando, infine, per tre anni a 9.395 e 7.709 euro l'anno.