'Sempre allarmante è la situazione in cui versa la Corte di Cassazione, gravata da un numero crescente di ricorsi (oltre 70 mila l'anno), che la costringono ad operare in condizioni di estrema difficoltà, nonostante l'impiego di un numero notevole di addetti e l'impegno incessante dei consiglieri'. E' la denuncia del Procuratore Generale della Corte di cassazione, Francesco Favara, che sottolinea come sia 'stato già affrontato l'anno scorso il problema della complessità della funzione nomofilattica nell'attuale quadro storico con riferimento alle tante e svariate materie affidate al riscontro di legittimità'. 'Si pensi che -esemplifica Favara- a seguito di quanto da tempo affermato dalla Corte costituzionale, che ha dichiarato la prevalenza del diritto comunitario su quello nazionale e la sua diretta applicabilità nello Stato, la Corte di cassazione è spesso chiamata a fare applicazione di tale principio e a delineare e riordinare un quadro sempre più variegato e complesso. Il che -conclude il Pg- ha elevato grandemente la consistenza del compito ad essa affidato in materia'. 'E' facile poi immaginare -continua Favara- le dimensioni dell'impegno che attende nei prossimi anni la suprema Corte di fronte alla riforma in itinere dell'art.117 della Costituzione, da un lato, e alle conseguenze dell'approvazione della Costituzione europea dall'altro: solo stabilire la compatibilità tra l'ordinamento europeo e quello nazionale (statale e regionale) ed armonizzare i relativi principi ispiratori -rileva il Pg- si profila come un impegno di grande complessità'. Data 'l'importanza del ruolo affidato alla Corte di cassazione', segue che questa 'dovrebbe essere composta da un numero anche più limitato, ma selezionatissimo di magistrati'. Per eliminare i ricorsi infondati, Favara auspica 'una serie di filtri diretti a selezionare l'accesso alla Corte'. 'Una radicale prospettiva di riforma -propone il Pg- sarebbe quella tendente a liberare la Corte da quell'anomalo ruolo di giudice della legittimità di ogni singolo procedimento (e in definitiva, di terzo grado) coesistente, per norma costituzionale, con quello proprio, per ordinamento giudiziario, di garante della esatta ed uniforme applicazione della norma'. 'Il problema dei filtri e dei limiti all'accesso al ricorso è ormai indifferibile', afferma il Pg Favara, sottolineando che 'non si intende certamente proporre riforme costituzionali complesse, che richiederebbero una rimodulazione complessiva dell'ordinamento e una larga condivisione da parte delle forze politiche e sociali'. Ma occorre 'piena consapevolezza della gravità della situazione e della conseguente necessità di individuare rimedi magari più modesti, ma idonei a produrre miglioramenti così da attuare una giustizia che possa ricevere un più vasto consenso'. Secondo il Procuratore Generale della Cassazione Favara, 'per ovviare all'indiscriminato accesso di ricorsi', si potrebbe 'imporre all'avvocato che propone il ricorso di formulare un preciso quesito di diritto, la cui soluzione viene rimessa alla corte di legittimità, così da consentire a questo di fornire una risposta tecnica essenziale, senza doversi dilungare in risposte argomentate alle varie doglianze proposte dai ricorrenti'.
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