di Valeria Zeppilli - Da qualche mese ormai (più precisamente dal 1° aprile 2016), le Poste hanno deciso di non offrire più il servizio "data certa", grazie al quale, per certificare la data di un documento, era sufficiente recarsi presso un ufficio postale e richiedere l'apposizione di un timbro su un documento previamente predisposto, stampato e rilegato in maniera tale da non poter essere modificato nelle pagine e corredato della dicitura, datata e sottoscritta, "si richiede l'apposizione del timbro per la data certa".
Considerando che ormai i documenti tendono sempre più alla dematerializzazione, il disagio c'è comunque ma è limitato.
Le Poste, infatti, per il tramite di Postel, continuano comunque a offrire il servizio ma nella sua versione digitale.
Tale servizio è idoneo ad apporre la cd. "data certa digitale" sulla documentazione elettronica, garantendone così l'integrità e la conservazione a norma di legge.
Sostanzialmente, la data certa digitale è idonea sia ad attestare la certezza della data e dell'ora in cui la marca è apposta, che ad attribuire in tal modo la medesima validità ai fini della certificazione di data e ora in cui è apposto un documento che offrono le procedure notarili e i pubblici uffici.
Il sistema utilizzato è l'EPCM, riconosciuto come standard nell'ambito UPU e, pertanto, idoneo a garantire anche a livello internazionale l'integrità e la non modificabilità del documento.
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