di Marina Crisafi - E' sempre più lunga la lista dei tentativi di truffa telefonica. Se fino a qualche giorno il rischio era connesso alle telefonate provenienti "ipoteticamente" da Milano (leggi:"Chiamate da Milano: la truffa si allarga. Ecco i vari numeri"), che solo dietro risposta dell'utente erano in grado di azzerare il credito telefonico, adesso il pericolo arriva via sms. A lanciare l'allarme è sempre la polizia di stato nella sua pagina Facebook Una vita da social.
Si tratta, in sostanza denunciano gli agenti, dell'attivazione di un "servizio di sms a pagamento o di un abbonamento dai costi esorbitanti". Nel dettaglio, si legge sulla pagina della polizia, si parla "di un minimo di 5 euro a sms o a settimana per ricevere sms, oroscopi, immagini, suonerie" attivati all'insaputa dell'utente.
Questo il meccanismo: il malcapitato di turno, "si imbatte in una notizia, clicca su leggi, e subito arriva la richiesta di abbonamento ad un servizio truffaldino notificato dall'arrivo di un sms. Solitamente questi abbonamenti si chiamano sms o servizi a sovrapprezzo o sms premium - e contengono - loghi, wallpaper, suonerie e videosuonerie, screensaver, giochi, applicazioni, chat/community, news e servizi informativi, voting". Basta un attimo, insomma, per ritrovarsi abbonati a questo tipo di "servizi a sovrapprezzo" non richiesti.
Cosa fare? A chiunque è già capitato, e anche a chi non lo è ancora, la polizia invita a contattare il proprio operatore, onde evitare di ritrovarsi "col credito prosciugato".
Per bloccarne l'attivazione occorre chiamare il centro assistenza del proprio operatore e richiedere il "Barring Sms", ossia lo sbarramento "verso tutti gli sms a pagamento non richiesti in decade 4 (ovvero 43, 44, 46, 47, 48, 49) 899, 166 etc.", detto anche blocco degli sms premium che consiste nell'impedire l'attivazione di servizi in abbonamento da parte di terzi, cioè "di chiunque escluso il vostro operatore che potrà continuare a inviarvi sms".
La disattivazione è gratuita e può essere richiesta al servizio clienti dei propri operatori (119 per la Tim, 190 per la Vodafone, 155 per la Wind e 133 per la Tre), i quali, in ogni caso, sottolinea la polizia, "non sono responsabili perché questi servizi sono gestiti da provider esterni".
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