di Lucia Izzo - Un disegno di legge che promette una "radicale riforma di tutta la disciplina rivolta a garantire la salute e sicurezza dei lavoratori". Lo ha annunciato Maurizio Sacconi (Ap), presidente della commissione Lavoro del Senato, che ha presentato insieme alla senatrice Serenella Fuksia (Gruppo misto), un ddl che vuole superare il Testo unico della salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008) che si compone di 306 articoli e 51 allegati e che "si caratterizza per un'eccessiva complessità legislativa e attuativa".
Si vuole passare, "attraverso la semplificazione, da un approccio formalistico a uno pratico e sostanziale" spiega Sacconi che aggiunge: "Con questo ddl intendiamo aprire una riflessione sulla tradizionale regolazione del lavoro, prodotta in un tempo in cui prevaleva la produzione seriale e l'attività lavorativa era in conseguenza fortemente standardizzata".
Le nuove tecnologie digitali, sottolinea Sacconi, "cambiano con veloce progressione il modo di produrre e di lavorare e allo stesso tempo offrono una continua evoluzione delle prassi e delle tecniche con cui rendere più sicuro il lavoro".
Da qui scaturirebbe la necessità di non rinunciare a tale evoluzione, ma di garantire la sicurezza dei lavoratori con un approccio dinamico e sostanziale, distante dall'attuale disciplina eccessivamente rigida e formalista.
Si rende necessaria, secondo le previsioni del ddl, un'attività di supporto che dovrà essere garantita dai medici del lavoro oppure da altri professionisti del settore, con un ordine di riferimento, oppure da esperti i quali svolgano professioni inerenti salute e sicurezza: costoro dovranno essere iscritti in apposito elenco presso il ministero del Lavoro che provvederà a verificarne il possesso delle necessarie competenze professionali e di esperienza.
Saranno tali professionisti che, sotto la propria responsabilità, si occuperanno di certificare e valutare le misure di prevenzione e protezione adottate dall'azienda. Affidare la certificazione ad un soggetto terzo, spiega la relazione che accompagna il disegno di legge, "permetterà una notevolissima riduzione della documentazione necessaria per dimostrare l'adempimento agli obblighi di legge da parte del datore di lavoro". Saranno gli organi di vigilanza e la magistratura a intervenire in caso di colpa professionale nel rendere la certificazione, oppure se emergano false dichiarazioni e modalità fraudolente.
Inoltre, il ddl priva di responsabilità il datore di lavoro laddove questi ottemperi a tutti gli obblighi su di lui gravanti e se l'evento è provocato da circostanze a lui estranee, eccezionali e imprevedibili, oppure da eventi eccezionali le cui conseguenze sarebbero state comunque inevitabili, nonostante il datore di lavoro si fosse comportato in modo diligente.
In ambito di salute e sicurezza, emerge quindi una sorta di "colpa di organizzazione": se l'imprenditore dimostra il proprio comportamento diligente, di aver adempiuto efficacemente le misure previste dalla normativa, di aver organizzato in maniera idonea la propria azienda quanto alle esigenze di tutela dei lavoratori, non potrà rispondere penalmente in caso di infortunio che sia derivato da grave negligenza del dirigente, del preposto o del lavoratore.
Il ddl prevede altresì, per agevolare la trasmigrazione dalla vecchia alla nuova disciplina, un periodo transitorio triennale in cui il datore potrà dimostrare di aver adempiuto i propri obblighi previsti dal d.lgs. 81/2008 e si richiede l'intervento del Ministero del Lavoro e dell'INAIL per attuare efficacemente le misure di prevenzione e protezione, possibilmente prevedendo degli sgravi fiscali destinati alle aziende virtuose.