di Gabriella Lax - Era caduto ed aveva sbattuto la testa ai tempi dell'asilo. Francesco Titti, oggi, ha 22 anni e studia psicologia all'università e solo adesso sarà risarcito per il danno occorsogli vent'anni fa dalla rovinosa caduta, costatagli 7 punti di sutura. La corte d'appello di Bologna, infatti, come riportato dal Quotidiano.net, ha stabilito che il comune di Ravenna dovrà versare al giovane poco più di 8.600 euro per i danni patiti e circa 840 euro ai genitori per le spese mediche sostenute.
Nella ricostruzione di quel lontano pomeriggio del 27 giugno 1996, il bambino, all'interno dell'asilo nido comunale "Callegari" di Ravenna, mentre stava per essere cambiato dalle maestre, avrebbe battuto contro uno stipite del muro del bagno, rimediando una ferita lacero-contusa alla testa, come si leggeva nel referto d'ospedale. Secondo i referenti dell'asilo invece, il piccolo si era fatto male mentre, giocando, correva verso alcuni suoi compagni. Fallito ogni tentativo di accordo, la vicenda era finita nelle aule del tribunale. Intanto la competenza sul fascicolo in questione era passata attraverso vari giudici.
In primo grado a Ravenna la sentenza era arrivata nel marzo 2009, quando la sezione civile del Tribunale aveva dato ragione al Comune poiché, secondo il giudice, non esisteva la prova certa che le maestre avessero fatto cadere il bimbo mentre lo cambiavano; sembrava invece più verosimile che fosse caduto mentre correva in una fase del gioco.
Da qui l'appello, firmato dall'avvocato Fabio Fanelli. Nel frattempo Francesco, divenuto maggiorenne, si era inserito in prima persona nella causa di risarcimento proposta dai genitori.
Si deve arrivare però ai giorni nostri, dopo 20 anni, per vedere la sentenza ribaltata. Nella decisione, i tre giudici del collegio d'appello, infatti, hanno dato ragione al giovane e alla sua famiglia, ritenendo che ha poca rilevanza quale sia stata la dinamica dell'incidente, mentre ciò che conta è che il fatto "si fosse verificato all'interno dell'asilo mentre il bimbo era affidato alle maestre".
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