di Valeria Zeppilli - L'applicazione della legge Cirinnà sta giungendo a una nuova importante svolta: venerdì scorso, infatti, il Ministro della giustizia ha inviato, per i relativi pareri, lo schema di decreto legislativo volto a coordinare le norme della legge numero 76/2016 con quelle del diritto internazionale privato al Ministero dell'Interno, al Ministero degli Esteri e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il via libera è arrivato e l'approdo in consiglio dei ministri è ormai prossimo.
Ma cosa prevede lo schema di decreto?
Innanzitutto la possibilità di applicare la legge Cirinnà anche ai matrimoni gay contratti all'estero, indipendentemente dalla cittadinanza delle parti.
Per quanto riguarda, invece, le unioni costituite all'estero viene fatta un'importante differenziazione.
Quelle totalmente italiane e, poi, trasformate in internazionali nel tentativo di beneficiare di un regime giuridico diverso dal nostro rientreranno comunque nella sfera di applicazione della legge numero 76/2016.
Potranno essere invece applicate le norme di cui alla legge numero 218/1995 nel caso in cui le unioni costituite all'estero non dimostrino alcun intento elusivo: ci si riferisce, più in particolare, a quelle costituite da cittadini italiani abitualmente residenti fuori dai confini della Repubblica e a quelle costituite da soggetti o entrambi non italiani o uno italiano e uno straniero.
Altro interessante aspetto dello schema di decreto legislativo attuativo è rappresentato dall'apertura dei confini italiani ai cittadini stranieri che, impossibilitati a provvedervi nei loro paesi di origine, intendano venire nel nostro paese per costituire un'unione civile.
Presumibilmente sulle sorti di tale testo si scoprirà qualcosa in più subito dopo la pausa estiva: non resta che attendere.