di Gabriella Lax - Bagni separati per i figli dei migranti. La notizia, riportata da La Stampa, riguarda una scuola privata di Cagliari dove, dopo le proteste dei genitori, le suore che gestiscono l'istituto hanno deciso di optare per i servizi separati per i piccoli africani. Un bagno a parte per loro che voleva essere una sorta di concessione dopo la ribellione dei genitori per i quali, i piccoli ospiti, avrebbero potuto essere responsabili del contagio di chissà quali malattie. Nemmeno i certificati esibiti hanno dissuaso i più titubanti. Oltretutto la notizia non sarebbe dovuta uscire delle mura dell'istituto per non creare polemiche. Ed invece è accaduto il contrario dopo le riunioni di due assemblee dei genitori. C'è chi parla di accoglienza e chi rispolvera parole che pensavamo dimenticate come "apartheid".
Protagonisti della triste vicenda, loro malgrado, sono due bambini, un egiziano e un etiope, di 9 e 11 anni (così hanno spiegato al loro arrivo a terra agli assistenti sociali), salvati in mare dopo una traversata dall'Africa durante la quale hanno perso i genitori.
In classe il loro arrivo è stato accolto con diffidenza da alcuni giovani compagni (forse motivati dai sospettosi genitori).
Al momento i ragazzini sono ospiti di una comunità religiosa di Cagliari, il tribunale dei minori li ha affidati alle cure di due avvocati.
E mentre le suore dell'istituto fanno marcia indietro sulla decisione, i genitori interpellati ribadiscono che non si tratta affatto di razzismo o della paura di contagio: in realtà sarebbe, asseriscono, la differenza d'età tra gli alunni, alla base della richiesta di alcuni di destinare un bagno separato ai due alunni stranieri arrivati senza genitori in Sardegna.