Le mogli separate, d'ora in avanti, potranno beneficiare in un colpo solo di aiuti 'continuativi' dall'amico e di un assegno di mantenimento piu' alto dall'ex consorte. Anche se quest'ultimo percepisce un reddito mensile di poco superiore a mille euro. La legittimazione arriva dalla Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di Iva F., una donna romana che, dopo la separazione dal marito Roberto T., dal quale percepiva un assegno di 225 euro al mese, poteva contare su piccoli aiuti economici del figlio maggiorenne e autosufficiente e sul cibo fornitole da un amico che quotidianamente faceva la spesa per lei al supermercato. La signora, cui era stata revocata l'assegnazione della casa coniugale alla luce del fatto che il figlio Enzo era diventato adulto e percepiva un reddito proprio (il nido coniugale, tra l'altro, si annota in sentenza, era da lei stato 'lasciato'), non si e' accontentata degli 'spiccioli' dell'ex e ha rivendicato in Cassazione un assegno piu' alto. Dopo due gradi di giudizio a lei sfavorevoli, la Suprema Corte oggi ha accolto la rivendicazione, sottolinenando che ' i modesti aiuti economici e in natura ricevuti dal figlio e da un conoscente sono elementi' che 'non sono in grado di influire in maniera stabile e certa sul tenore di vita dell'interessata'.
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