di Gabriella Lax - I clienti li vogliono social. E loro? Nonostante gli avvocati siano considerati una delle figure professionali più tradizionaliste e meno inclini al cambiamento, alcuni studi condotti recentemente evidenziano una forte tendenza di molti professionisti del settore forense all'utilizzo di nuove tecnologie, non solo come canali privilegiati per reperire informazioni utili all'esercizio della professione, ma anche come strumenti utili e credibili per rintracciare partner e studi legali esterni ai quali affidarsi in caso di necessità. Sono i clienti a richiedere un impegno reale e autentico da parte degli stessi avvocati, attraverso il blogging o l'attività personale sui social network come Facebook, Twitter e LinkedIn, per stabilire un rapporto di fiducia e migliorare sia la loro reputazione che le loro relazioni.
Come riporta "Italiaoggi", secondo un recente sondaggio pubblicato da FindLaw (società di marketing legale di proprietà di Thomson Reuters) il 54% dei consumatori americani vorrebbe che il suo avvocato fosse attivo sui social (percentuale che sale al 69% fra gli utenti fra i 18 ed i 44 anni). Inoltre, il 34% degli utenti intervistati ha già usato almeno una volta i social per trovare un fornitore di servizi (avvocati compresi). Negli Usa però, allargando la questione della gestione dei social al marketing legale su internet, la maggior parte degli avvocati e degli studi legali guarda a questo settore un po' come ad uno sport passivo, nel quale il massimo dello sforzo è costituto dal fatto di assumere qualcuno che gli costruisca un sito web o un esperto di Seo per attirare l'attenzione sul proprio portale o qualcuno che si preoccupi di creare al posto dei professionisti una loro presenza sui social media.
Ma ci sono altri dati che riguardano il rapporto tra social ed avvocati. Uno studio del 2013, riportato dal sito segretaria24.it, prende in esame l'evoluzione nell'utilizzo dei social media da parte dei giuristi d'impresa negli Stati Uniti negli ultimi tre anni, e presenta risultati significativi, circa un profondo cambiamento nell'esercizio della professione forense. Se nel 2010 la ricerca metteva in luce un netto divario generazionale nell'utilizzo dei social media tra i giuristi più giovani e quelli più anziani, lo studio di quest'anno evidenzia, invece, che, indipendentemente dalle differenze di età, la maggior parte dei giuristi intervistati (84%) trae un significativo vantaggio dall'utilizzo di risorse online, in particolare da articoli pubblicati su blog di studi legali esterni. Dalla ricerca emerge un quadro che può aiutare gli avvocati a elaborare un'efficace strategia di legal marketing. I dati sembrano infatti indicare che l'attenzione dei reparti legali aziendali nei confronti dei nuovi canali di comunicazione permetta agli avvocati di influenzare i processi decisionali delle imprese, soprattutto svolgendo attività di divulgazione giuridica per mezzo di pubblicazioni su blog o condivisione di informazioni e articoli di interesse sui social. Inoltre anche la comunicazione avvocato‐cliente sta diventando sociale: il mondo legale si sta aprendo ad una riconsiderazione dei social media come a degli strumenti per offrire servizi alla clientela.
• Foto: 123rf.com