di Gabriella Lax - Una volta era un segreto da tenere nascosto, a tutti e soprattutto al partner. Adesso, invece, incredibile ma vero, il tradimento sta diventando una moda: basta che sia programmato. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano inglese The Indipendent, come riporta Vanity Fair, è aumentato il numero degli uomini che vorrebbero condividere la partner con altri e che trovano addirittura elettrizzante il «tradimento programmato». Numeri stratosferici tanto che, su Google, le ricerche dedicate al tema, in questi giorni hanno raggiunto il picco (e sono più che raddoppiate negli ultimi 12 anni). Viene meno uno dei più antichi tabù e, dal punto di vista sociologico, non è semplice comprenderne il motivo. L'eccitazione potrebbe essere dovuta al fatto di fare qualcosa che la società non vede di buon occhio, come se fosse proibito. Gli psicologi parlano di "repressa bisessualità maschile" che renderebbe gli uomini orgogliosi della sessualità disinibita delle partner. Immaginare la moglie che fa sesso con un altro non porta necessariamente l'uomo a sentirsi vittima o umiliato piuttosto a sentirsi avvincente ed erotico.
Ma dal punto di vista giuridico, quali potrebbero essere le conseguenze? Se il tradimento, in generale, potrebbe costituire uno dei motivi di addebito della separazione, questo non succede nel caso sia noto e tollerato.
Su questo punto si è espressa la Corte di Cassazione (cfr. sentenza n. 6017/2014), in una causa di separazione tra coniugi confermando la non addebitabilità della separazione al marito, incolpato dalla moglie di aver provocato la fine del matrimonio
a causa di una relazione extraconiugale (ancora in corso al momento della separazione). La donna, infatti, pur conoscendo la relazione tra il marito e l'amante, aveva tollerato il tradimento per tanto tempo. Come evidenziato dalla Corte d'Appello, la relazione extraconiugale dell'uomo non poteva essere considerata la causa della crisi coniugale, dato che i coniugi erano disposti a proseguire la convivenza e a non chiedere la separazione nonostante fosse ben nota tale relazione, come risulta da una scrittura privata; inoltre, il successivo allontanamento del marito dal domicilio familiare è stato interpretato dalla corte distrettuale come la presa d'atto della intollerabilità della convivenza, ormai concepita come mera conservazione formale dello status coniugale e priva di "affectio coniugalis". Nell'ambito della giurisprudenza di merito, inoltre, rileva una recente sentenza del tribunale di Roma (n. 15488/2015) che ha negato l'addebito della separazione al coniuge fedifrago giacchè l'altro, consapevole del tradimento, ha proseguito la convivenza per diversi anni finché l'intervento del giudice era stato sollecitato dal partner.
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