Depositata al Senato la mozione di sfiducia contro il ministro del lavoro che dovrà risponderne dopo le festività

di Gabriella Lax - Dichiarazione «inaccettabile e che compromette la libertà di voto dei cittadini» a proposito della possibilità di evitare il referendum sul Jobs Act grazie allo scioglimento delle Camere e alla convocazione delle elezioni politiche e ancora «affermazioni gravissime» dello stesso Poletti sui giovani italiani costretti a cercare lavoro all'estero. Queste le motivazioni alla base della mozione di sfiducia contro il ministro del lavoro Giuliano Poletti, depositata in Senato e firmata dai senatori di Sinistra italiana, del M5S, della Lega e di alcuni senatori del Gruppo misto. Così si legge in un comunicato dell'ufficio stampa di Sinistra italiana al Senato. «Il Ministro - spiega la mozione - ha nelle ultime settimane dato riprova di un comportamento totalmente inadeguato al suo ruolo, esprimendosi in più di un'occasione con un linguaggio discutibile e opinioni del tutto inaccettabili». Non sono proprio andate giù le dichiarazioni sul referendum

«che compromette la libertà di voto dei cittadini» fatta dal ministro nel giorno della fiducia al governo Gentiloni in Senato, quando aveva parlato di un inevitabile rinvio del referendum sul Jobs act sulla cui ammissibilità la Consulta è prossima a esprimersi a gennaio, in caso di elezioni anticipate e conseguente scioglimento delle Camere. E non solo. C'è anche quella frase fuori luogo pronunciata sui giovani che se ne vanno a lavorare all'estero, in certi casi un bene, per il ministro, «toglierseli dai piedi». Il capogruppo di Sinistra italiana Arturo Scotto afferma «Non abbiamo i numeri a sufficienza per presentare un nostro testo autonomo. In ogni caso, prima se ne va Poletti, meglio è». La risposta del ministro, come riportato da La Stampa, non tarda ad arrivare ««Non ho mai pensato che sia un bene per l'Italia il fatto che ci siano giovani che se ne vanno - spiega - volevo solo sottolineare che qui ci sono dei giovani bravi, che ci sono giovani competenti, impegnati e che a questi giovani bisogna dare questo riconoscimento. I giovani che vanno all'estero sono una risorsa importante.
A tutti dobbiamo dare l'opportunità di realizzare il loro futuro nel nostro Paese oppure laddove li portano i loro percorsi professionali e personali. Questo è il mio pensiero e mi spiace di non averlo presentato nella maniera giusta». Intanto lo sdegno è bipartisan: per la Lega, anche Matteo Salvini ieri ha chiesto le dimissioni del ministro «Le affermazioni di Poletti sui cervelli in fuga sono una vergogna» ha evidenziato. E per i pentastellati nel suo blog Beppe Grillo sotto il titolo «IosfiducioPoletti» scrive: «Chi sta con i giovani voti la sua sfiducia. Se c'è uno che non soffriremmo ad avere tra i piedi è lui». Toccherà al ministro Poletti, il prossimo 10 gennaio riferire in aula al Senato sulle sue affermazioni. L'informativa sarà il primo punto all'ordine del giorno.


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