di Lucia Izzo - Come stabilito dalla Legge di Bilancio recentemente approvata (commi 382-383), scatterà il commissariamento per le Regioni che non rispetteranno le regole riguardanti l'attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
A garantirne l'operabilità coordinando la progettazione e realizzazione di un'infrastruttura nazionale se ne occuperà l'Agid (Agenzia per l'Italia digitale) in accordo con il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze, nonchè Regioni e Province autonome. Per attuare il progetto è stata autorizzata una spesa di 2,5 milioni di euro annui a partire da quest'anno.
Come precisato da Corrierecomunicazioni.it, a tale scopo l'Agid, supportata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Icar e IIT Sede di Cosenza), ha avviato un'indagine esplorativa per verificare se e in quale misura sia stato attuato il Fascicolo, così da intervenire per supportare Regioni e Province Autonome nella realizzazione di sistemi in grado di garantirne l'interoperabilità e anche di favorire il riuso delle soluzioni.
Come registrato dai dati sul monitoraggio pubblicati sul sito dell'Agid attualmente sono 10 le Regioni che hanno aderito al sistema di interoperabilità sull'infrastruttura nazionale e 7 quelle operative. Pertanto, si rende necessario intervenire per limitare la frammentazione tra le diverse realtà regionali e e criticità legate all'uso delle tecnologie digitali e della realizzazione dell'infrastruttura necessaria.
Fascicolo Sanitario Elettronico: cos'è?
Con il DPCM n. 179 del il 15 settembre 2015, è stato pubblicato il Regolamento definitivo in materia di Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), definito come "l'insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l'assistito" (per approfondimenti: Sanità: prende il via il fascicolo sanitario elettronico).
In sostanza, il fascicolo racchiuderà la "storia clinica" di ogni paziente, completa e sempre aggiornata, consultabile telematicamente in qualsiasi istante e da qualsiasi luogo, da chi è autorizzato (medici e operatori socio-sanitari) e limitatamente a quella parte per cui l'autorizzazione è stata data.
L'obiettivo principale è dunque quello di fornire una base informativa in grado di agevolare l'assistenza, facilitare l'integrazione delle diverse competenze professionali, e migliorare per questa via le attività assistenziali e di cura (per approfondimenti: Al via il fascicolo sanitario elettronico: dal 26 novembre in vigore il regolamento)
Il FSE conterrà un nucleo minimo di informazioni obbligatorie, comune a tutte le Regioni, tra cui dati identificativi, profilo sanitario sintetico redatto dal medico curante o dal pediatra, consenso o diniego alla donazione di organi e tessuti, ecc.; a questi si accompagneranno dati aggiuntivi e "integrativi", rimessi alla discrezionalità delle singole Regioni in relazione alle scelte in materia di politica sanitaria (ad esempio prenotazioni, cartelle cliniche, erogazione farmaci, vaccinazioni, ecc.).
Alla formazione del Fascicolo potranno contribuire tutti i medici e gli operatori socio-sanitari autorizzati, che generano un dato relativo al paziente, sempre dopo che sia stato rilasciato il consenso libero e informato all'alimentazione del FSE. Nel rispetto della privacy, infatti, il paziente potrà scegliere i dati da inserire e decidere di quali dati e documenti richiedere l'oscuramento. Il cittadino potrà revocare in qualunque momento il consenso prestato, senza alcuna conseguenza relativamente all'erogazione delle prestazioni del servizio sanitario e dei servizi socio-sanitari regionali.
Gli stessi cittadini potranno contribuire al proprio FSE archiviando i dati nel "Taccuino Personale dell'Assistito" inserendovi dati e documenti riguardanti i percorsi di cura effettuati, anche in strutture esterne al SSN.