di Marina Crisafi - Esami di maturità più facili, addio alla prova finale Invalsi per le medie, ma anche nuove regole per salire in cattedra. Sono tante le novità contenute negli 8 decreti attuativi approvati sabato scorso dal Governo nell'ambito della "Buona Scuola". Decreti approvati, in prima battuta, il penultimo giorno prima della scadenza della delega (di cui alla l. 107/2015) e che ora dovranno traghettare presso le commissioni parlamentari per i relativi pareri, prima del sì definitivo.
Ecco le novità:
Nuovi esami e addio Invalsi alle medie
La delega sulla valutazione, forse la più seguita da genitori e studenti, prevede che dal 2018 cambino gli esami di maturità. In sostanza, salterà la terza prova scritta e rimarranno soltanto due, italiano e prova di indirizzo. Cambierà anche il punteggio finale, che resterà in centesimi (20 punti per ogni scritto e per il colloquio) ma sullo stesso influirà maggiormente la carriera scolastica, che varrà 40 punti, con le attività di alternanza scuola-lavoro (in luogo dei 25 attuali). Infine, all'ultimo anno, si dovrà sostenere una prova nazionale di Invalsi obbligatoria, in italiano, matematica e inglese.
Novità anche per l'esame di terza media: tre prove scritte e un colloquio al posto delle sei prove scritte previste oggi. Addio alla prova finale Invalsi di italiano e matematica, che verrà spostata nel corso dell'anno e non influirà nella valutazione, anche se sarà obbligatorio svolgerla ai fini dell'ammissione agli esami.
Strada in salita per i prof
Quanto all'accesso ai ruoli del personale docente, il decreto approvata delinea un percorso unitario di accesso e formazione ai ruoli (denominato "Sistema di formazione iniziale e di accesso") a tempo indeterminato per i prof della scuola secondaria e per l'insegnamento tecnico-pratico. Nello specifico, serviranno 5 anni di laurea magistrale abilitante per medie e superiori. E dopo la laurea si potrà partecipare al concorso e chi lo supererà si inserirà nel percorso di formazione triennale, potendo alla fine accedere all'assunzione a tempo indeterminato.
Viene prevista inoltre l'emanazione con cadenza regolare del bando di concorso sul numero di posti che si prevedono vacanti e disponibili al termine del triennio corrispondente al percorso formativo.
Zero-sei
Altro decreto approvato mira a creare un "sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita fino ai sei anni".
La delega si prefigge di valorizzare l'esperienza educativa dalla nascita ai sei anni, eliminando la "cesura tra i due periodi dell'infanzia" e fornendo indicazioni e linee guida per servizi educativi e di istruzione di qualità. Gli obiettivi dei servizi per l'infanzia saranno determinati a livello centrale e per lavorare nei nidi bisognerà essere in possesso di laurea, triennale.
Diritto allo studio
Al "diritto allo studio" e alla garanzia della sua effettività in tutto il territorio nazionale è dedicato un altro dei provvedimenti approvati. Il decreto definisce agevolazioni ed esoneri per i capaci e i meritevoli (su trasporti, tasse, libri, ecc.) e individua i principi generali per il potenziamento della carta dello studente.
Inclusione scolastica
La riforma interviene anche sull'inclusione scolastica, aggiornando, riorganizzando e razionalizzando i provvedimenti in materia. Il testo chiarisce chi sono i beneficiari di specifiche misure di inclusione scolastica peculiari per i minori disabili e prevede che, in presenza di studenti con disabilità certificate, le sezioni per la scuola dell'infanzia e le prime classi per ciascun grado di istruzione, non potranno avere più di 22 alunni (fermo restando il numero minimo di alunni e studenti per classe previsto dalla normativa vigente).
Il sostegno ai disabili (così come dell'inserimento degli alunni con disturbi dell'apprendimento, come Dsa e Bes) sarà più rapido, con meno burocrazia e docenti più preparati. A cambiare è anche l'iter per la certificazione della disabilità che viene accelerato dalla modifica della commissione medica e degli stessi criteri di certificazione. Ad elaborare il PEI (Progetto educativo individuale) sarà la scuola ai fini dell'assegnazione delle risorse.
Più cultura umanistica
Un decreto ad hoc riguarda la promozione e valorizzazione della cultura umanistica, prevedendo il potenziamento di materie come musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura (ecc.). Per questo motivo, le scuole saranno aperte a contributi esterni finalizzati a sostenere la cultura umanistica.
Restyling degli istituti professionali
Alla seconda riforma in meno di un decennio, gli istituti professionali saranno nuovamente innovati nell'offerta formativa, "superando - si legge nel comunicato del Governo - l'attuale sovrapposizione tra istruzione professionale e istruzione tecnica" attraverso il rafforzamento dell'identità della prima, con indirizzi di studio ispirati a un concetto moderno di occupazione, riferito ad ampie aree di attività economiche e non a singoli mestieri.
La durata degli indirizzi di studio sarà sempre quinquennale e aumenteranno gli indirizzi stessi (attraverso un sistema unitario su tutto il territorio nazionale denominato "scuole professionali"), con la possibilità di ampliare l'offerta formativa anche attraverso la realizzazione di percorsi di qualifica professionale (sempre che previsti dalla programmazione regionale).
Scuole italiane all'estero
Un decreto attuativo, inoltre, aggiorna la disciplina delle scuole italiane all'estero al fine di promuovere la cultura del Belpaese e di allinearle alle novità introdotte dalla riforma. Tra i vari interventi, verrà diminuito il periodo massimo di permanenza all'estero dei prof italiani (da 9 a 6 anni), al fine di evitare un lungo distacco dal sistema nazionale e saranno previste "maggiori e nuove sinergie" con enti e istituzioni che promuovono la cultura italiana nel mondo.