di Marina Crisafi - Il conguaglio dovuto al recupero del saldo negativo dell'inflazione sulle pensioni non ci sarà neanche per quest'anno. A confermarlo è il ministero del lavoro che informa di aver già predisposto "un emendamento al decreto Milleproroghe con il quale si prevede di prorogare al 2017 la norma che ha consentito di non procedere al recupero nel corso del 2016".
A cosa è dovuto il conguaglio?
Nel dettaglio, si ricorda, che anche se quest'anno le pensioni rimarranno ferme al palo non subendo alcuna rivalutazione né variazione, in virtù del tasso di adeguamento all'inflazione pari allo zero, ciononostante, la variazione effettiva dei prezzi ha registrato un saldo negativo dello 0,1% sia sull'anno precedente che nell'arco dei primi nove mesi del 2016 (leggi: "Pensioni: a gennaio il conguaglio negativo").
Per il 2016, la legge di stabilità precedente (l. n. 208/2015) ha stabilito che il valore per la rivalutazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali non può essere inferiore a zero, sterilizzando di fatto il differenziale negativo dello 0,1% a carico dei pensionati.
Pertanto, in mancanza di provvedimenti in merito, il recupero di quanto erogato in più nel 2015 (0,1%) doveva essere prelevato quest'anno. Ma l'emendamento annunciato dal ministero rinvierà ancora una volta il prelievo.
Gli importi da recuperare, tuttavia, sono contenuti: il massimo, infatti, ammonta allo 0,1% (calcolato sull'importo lordo e moltiplicato per 13 mensilità), da restituire da parte di chi percepisce assegni fino a tre volte il minimo (ad es. su un assegno lordo di 1.400 euro, l'importo da restituire sarà di circa 18 euro).
Plauso dei sindacati
L'annuncio del ministero ha ricevuto il plauso dei sindacati che in merito erano già sul piede di guerra. "Bene Poletti che ha annunciato di voler intervenire per evitare che i pensionati debbano restituire lo 0,1% della rivalutazione avuta nel 2015" afferma infatti il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, che aggiunge "è la conferma che ci voleva poco a risolvere la questione". Ora, conclude non resta che attendere "di vedere l'emendamento al Milleproroghe".
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