Va punito anche il fallo non volontario. Questo in prospettiva del fatto che lo sport 'diventa palestra formidabile di vita preparando i giovani ad affrontare, con lo spirito giusto, la grande competizione della vita'. Lo ha sancito la Corte di Cassazione che ha condannato per il reato di 'lesioni colpose' un giocatore della Nuova Salzano, Davide F. che, durante un incontro di calcio del campionato Eccellenza, aveva colpito con una gomitata all'addome il portiere dello Jesolo 91, Andrea D., provocandogli la 'perdita dell'uso della milza'. Il fallo era avvenuto nel corso di una 'ordinaria azione di gioco, sugli sviluppi di un corner, nella tipica situazione che si verifica quando il pallone, dopo la battuta del calcio d'angolo, spiove in area avversaria e viene conteso dal portiere e dagli altri giocatori'. Per la Cassazione, che ha confermato anche la condanna al risarcimento del portiere con circa 10 mila euro, 'quando la violazione delle regole' avviene 'nel corso di una ordinaria situazione di gioco, il fatto avra' natura colposa' se 'la violazione consapevole e' finalizzata non ad arrecare pregiudizi fisici all'avversario, ma al conseguimento, in forma illecita e dunque antisportiva, di un determinato obiettivo agonistico'
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