di Lucia Izzo - Il ministero dell'Istruzione nel ciclone delle battaglie giudiziarie, per una "Buona Scuola" che sta sicuramente dando lavoro agli avvocati. È un'inchiesta dell'Espresso a delineare l'inquietante scenario post riforma: vengono riportati, infatti, i dati dell'Avvocatura generale dello Stato quanto ai ricorsi presentati contro il ministero, che ammontano a ben 7.206 nel 2016, di cui 1.340 contro la Buona Scuola.
Il contenzioso nelle aule di giustizia è smisuratamente cresciuto negli ultimi anni: basta pensare che nel 2012 le battaglie giudiziarie ammontavano a circa 3.485, mentre l'anno scorso se ne sono contate praticamente il doppio ossia oltre 7.000.
A dimostrare la veridicità del fenomeno non sono solo i dati dell'Avvocatura, ma anche i comunicati quotidiani che vengono pubblicati da associazioni di categoria e sindacati che rappresentano il personale e i docenti, i quali raccontano dei successi raggiunti e delle vittorie collettive (sentenze a favore, risarcimenti, ecc.).
Dall'altro lato della barricata, gli avvocati che difendono il Miur minimizzano parlando di "fenomeno ciclico" che si ripresenta puntualmente in occasione di pubblicazione di bandi e concorsi per l'ingresso in ruolo. Ad alimentare il tutto, secondo i legali, anche la quantità elevata di docenti e famiglie coinvolte nell'istituzione educativa.
Le vertenze
Sono quattro le aree di interesse in cui si concentrano i ricorsi, come individuati dall'inchiesta: in primo luogo emerge quella che ha visto la crescita più consistente di ricorsi negli anni, avente ad oggetto "Concorsi e graduatorie che riguardano gli insegnanti" (4.043 nel 2016, triplicate rispetto a tre anni fa).
Segue l'area di contenzioso sulla responsabilità civile per infortuni occorsi agli studenti nelle scuole che, in realtà, è in diminuzione (1.795 ricorsi nel 2013 contro i 1.515 dello scorso anno); infine, mentre rimane abbastanza stabile l'area dei ricorsi relativi alla "promozione degli alunni" (308 vertenze lo scorso anno), a farsi strada è l'emergente categoria correlata al concorso "Buona Scuola" con 1.340 cause solo nel 2016.
Secondo gli esperti, a generare il contenzioso è l'aumento delle variabili, ad esempio la complessità dei fattori per stabilire per quale ambito, aggregazione, titolo o categoria c'è chi viene assunto e chi no; senza dimenticare che la riforma della Buona Scuola ha dimostrato una "labirinticità burocratica" ben al di sopra delle aspettative.
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