di Gabriella Lax - Per far fronte all'emergenza immigrati servirebbe un 8 per mille europeo. Un fondo in cui tutti Paesi membri dell'Unione facciano confluire risorse derivanti da forme di solidarietà fiscale. A questa conclusione sono arrivati otto sindacati dell'area del Mediterraneo che, su proposta della Uil, si sono riuniti a Lampedusa, isola simbolo del problema immigrazione. Al tavolo erano presenti le sigle sindacali di Israele, Palestina, Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto e Libia. Insieme a loro anche esponenti religiosi cattolici, musulmani, ebrei e buddhisti. Si cercano forme di solidarietà fiscale da destinare alla realizzazione di progetti idonei a creare lavoro in quelle zone prostrate dall'indigenza, dalla povertà e dalla guerra.
Uno degli obiettivi del "Patto di Lampedusa" è stato raccogliere risorse «da destinare alla realizzazione di progetti idonei a creare lavoro in quelle zone prostrate dall'indigenza, dalla povertà e dalla guerra», con l'Europa che sarebbe chiamata a farsi carico «del coordinamento e della gestione di tale attività di sostegno alla crescita». Punto di partenza, come si legge nel documento finale, sarà realizzare una rete di forze sociali in grado di rilanciare il dialogo tra Paesi che vivono «una condizione di crisi emblematicamente e tristemente rappresentata dall'esodo di popolazioni che, attraversando questo mare cercano di fuggire dalle miserie e dalle persecuzioni, affidandosi a mercanti di morte che ne sfruttano il dolore». I paesi che si affacciano nel Mediterraneo chiedono insieme «più coraggio e più determinazione» e di affrontare l'emergenza migranti con un nuovo approccio che sia inclusivo e non solo basato sulla sicurezza e che si occupi maggiormente della dimensione economica, sociale, culturale. Il frutto di questo lavoro dovrebbe portare ad una accoglienza intelligente e solidale, a cui affiancare il lavoro per «costruire opportunità di crescita e di occupazione in quei territori da cui partono i flussi migratori».
L'impegno riguarda inoltre la creazione di nuovi uffici di patronato ed il potenziamento di quelli esistenti, per contrastare la clandestinità e aiutare i migranti a seguire le vie legali durante il complesso iter per ottenere i documenti.
C'è poi lo sforzo a promuovere il lavoro come mezzo per «costruire opportunità di crescita e di occupazione in quei territori da cui partono i flussi migratori».
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