di Gabriella Lax - Maggiore attenzione da parte dell'Unione europea per la tutela della privacy digitale dei cittadini. L'Ue, come aveva annunciato, ha già previsto norme che garantiranno maggior controllo sui dati degli utenti ottenuti da Facebook, Google e tutte le altre grandi compagnie informatiche.
Ora l'Unione prova ad integrare con nuovi provvedimenti la legge sulla privacy in materia di comunicazioni elettroniche (ePrivacy), estendendo tali obblighi anche a soggetti come Messanger,Whatsapp, Gmail, Skype e iMassage che fino ad oggi erano rimasti fuori.
Grazie alla nuova normativa, arriva finalmente il modo di "bloccare" le chiamate indesiderate. Per le telefonate commerciali, infatti, chi le pratica dovrà mostrare il proprio numero oppure utilizzare uno specifico prefisso, consentendo all'utente di rifiutare eventualmente la comunicazione in arrivo.
Il provvedimento rientra nel più generico divieto di "spamming", in base al quale non potranno essere inviati sms, mail o chiamate telefoniche senza il preventivo consenso dell'utente.
La normativa per la privacy garantirà la tutela sia del contenuto dei messaggi sia dei metadata legati alle comunicazioni (ad esempio luogo e durata di una chiamata). Contenuti e metadata godranno quindi di un elevato livello di privacy, con l'obbligo per le aziende di anonimizzare o cancellare questi dati se l'utente non ha fornito esplicito consenso, a meno che questi non siano richiesti per motivi di fatturazione. I dati degli utenti che accettano di condividere le proprie informazioni con le aziende potranno essere utilizzati dalle società per fornire servizi aggiuntivi.
Tra gli obiettivi della proposta, oltre che una maggior tutela della privacy, c'è anche un incremento della circolazione dei dati tra i paesi per la cooperazione delle forze dell'ordine. Sulle modifche però non mancano le critiche: alcuni gruppi hanno già espresso il proprio disappunto, sostenendo che le nuove leggi per la ePrivacy danneggeranno sensibilmente i modelli di business di alcune società e potrebbero portare ad un accumulo di dati nelle grosse società globali rimuovendo dal mercato le aziende minori.
Le nuove norme, che adesso dovranno passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio europeo, per poi essere varate definitivamente entro fine maggio 2018, si propongono di modificare anche la politica dei cookie (i file di informazioni che i siti internet memorizzano sul computer dell'utente nel corso della navigazione) per i quali non occorrerà più dare il consenso se impiegati solo per conteggiare i visitatori di un determinato sito.
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